Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

Lo spazio « socialdemocratico » stra è legata alla volontà, nonostante gli ormai ridotti margini di manovra, di dare vita a una coalizione con un minimum di autorità per raddrizzare la situazione econo·mica e per fronteggiare la destra politica e le forze eversive, applicando l'apposita legge Scelba che l'attuale governo mostra di ignorare. D'altra parte assume valore prioritario anche un chiarimento sul piano della politica internazionale, che vede a ogni scadenza il governo italiano impacciato e privo di una linea organica, costruttiva; il che toglie all'Italia qualsiasi possibilità di esercitare un ruolo propulsivo in campo europeo e nei confronti dell'inquietante situazione del Mediterra11eo. Anche in questo caso il problema si pone come « rilancio, e non continuità », superando certi atteggiamenti opportunistici in base ai quali ci si è sempre più autoestra11iati dalla dialettica europea e ci si è fatti d'altra parte condizionare dalla « ragion di stato petrolifera » che ha portato l'Italia a simpatizzare - con Moro come con Fanfani nella parallela ricerca di simpatie a Mosca per ottenere i 300 voti della « flotta sovietica » nel Parlamento italiano in vista del Quirinale - con sceicchi, colonnelli e dittatori sudanesi in una posizione di i1mmotivato schieramento antisraeliano. In questo contesto, una iniziativa della sinistra democratica deve sottrarre i problemi della politica internazionale non meno che quelli della politica economica alla attuale condizione di temi secondari e aggiuntivi, non foss'altro che per chiarirsi le idee e sfuggire alle chiassate demagogiche. Cosa si vuole, a esempio, quando si chiede l'uscita dell'Italia dalla NATO? Non si è ancora riusciti a saperlo. Ep·pure le alterr1ative non sono molte: confluenza nel patto di Varsavia, ricerca di un accordo 1 con la Francia e la Germania, sviluppo di una autonoma farce de frappe. È chiaro che, eccettuata l'adesione al blocco sovietico, le altre due scelte richiederebbero una tale concentrazione delle risorse produttive ed economiche sul piano della difesa militare, che ogni discorso sulle « riforme » e sugli impieghi so·ciali delle pL1bbliche entrate andrebbe messo da parte, nel migliore dei casi per almeno vent'anni. Si è qui schematicamente illustrata la situazione attuale del nostro· paese - la coalizione di centro-sinistra che -vaga senza una precisa meta tanto sull'orizzonte economico quanto su quello internazionale - per sottolineare l'esigenza di t1na effettiva resa dei conti nell'ambito del centro-sinistra· in vista della prossima crisi di gennaio, che presumibilmente costituirà l'ultima occasione per tentare di raddrizzare la situazione. Prima di allora lo scontro per il Quirinale sarà stato già assai 51 Bibiiotecaginobianco

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