Lo spazio « socialdemocratico » legate le sorti del rilancio del centro-sinistra; ed è indubbio che tale questione non solo dal punto di vista della problematica, ma anc_he da quello della iniziativa concreta coinvolge di fatto anche determinati settori del partito comunista (con i quali - co1ne osservava Guido Compagna - la tendenza attuale a trattare e a contrattare sottobanco è inversamente proporzionale alla discussione costruttiva e al confronto sui contenuti: dai dibattiti La Malfa-Amendola e La Malfa-Ingrao si è passati agli ammiccamenti Andreotti-Bufalini per abrogare la legge Fortuna). · Del resto fu qt1esto il problema alle origini del « lancio » del centrosinistra. Il dibattito promosso dalla sinistra democratica co,involse anche il PCI, che co1 n un deliberato del suo Comitato Centrale si espresse in termini di « adesione critica » all'inizio di trattative quadripartite. Da parte di Amendola e di diversi settori comunisti si contestò infatti la tesi del capitalismo italiano « riassorbitore e integratore » e si sottolineò che proprio l'arretratezza dell'economia del paese dava ampio 1 spazio per una politica di rinnovamento democratico (e non a caso le accuse di « socialdemocrazia » coinvolgono nel PCI anche Gio,rgio Amendola, mentre certi dirigenti giovanili comunisti parlano anche oggi di « asse politico tra destra comt1nista e destra socialista » ). Fin dal marzo del 1959 Amendola - sulla rivista « Cronache meridionali » - proponeva « un programma della opinione pubblica democratica italiana » rivolgendosi alle forze della sinistra non comunista: « socialisti, socialdemocratici, radicali e repubblicani ». E ricordava significativamente come « nel 1847, in una confusa vigilia di riscossa nazionale, le 'le proposte per un programma dell'opinione pubblica nazionale', avanzate da un moderato che esprimeva le aspirazioni di quei gruppi di nascente borghesia che rappresentavano le forze egemoni del Risorgimento, italiano, rivelarono alla coscienza nazio,nale ... un programma che raccoglieva le . . ' . esigenze p1u sentite ». Più tardi, nel 1963, lo stesso L11igi Longo, allora vice-segretario del PCI, nel corso di una accesa polemica personale con u11 contraddittore di sinistra, dalle pagine di « Critica marxista » arrivava a sostenere: « Noi pensiamo che si può arrivare alla liquidazione dei monopoli anch_e perdurando un regime non ancora socialista ». È facile immaginare il vespaio di polemiche che questa tesi ebbe a scatenare tra i comunisti. Anche in quegli an11i la sinistra democrat~ca si avviò al confronto con la D·C, premurandosi di non avere alle spalle un fronte aperto con i comunisti. La divaricazione verticale si ebbe con la scissione psiuppina sollecitata da Ingrao, contrastata da Amendola e soppo,rtata da Togliatti, e con un consegue11te assetto interno del PCI dopo la scomparsa di To49 Bibliotecaginobianco
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