Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

Editoriale La condizione del giornalista italiano è veramente una condizione di asservimento ai « gruppi di pressione » ed alle « concentrazioni» finanziarie o inditstriali che, per finalità estranee a quelle della scrupolosa informazione, si adoperano per controllare i giornali più diffusi? L'interrogativo è stato posto nel corso di un convegno organizzato a Roma dalla Federazione nazionale della stampa italiana; ed è bene che sia stato posto. Perché, in ogni caso, se n.on c'è l'asservi1nento, c'è sempre il rischio dell'asservimento. D'altra parte, non c'è da stupirsi se, alla denitncia di una condizione di asservimento della professione giornalistica, hanno fatto seguito legittime rimostra11ze polemiche da part~ di giornalisti ailtorevoli, che non si senton.o affatto asserviti e che hann_o in varie occasioY}i saputo reagire alle insidie e resistere alle lusinghe dell'asservimento. · A questo proposito, « La Voce Repubblicana » ha fatto valere una osservazione a nostro giudizio 1nolto fondata: « da alcuni anni a questa parte, la n1igliore stan1pa di informazione sta dimostrando un,'indipendenza ed una spregiudicatezza » che dimostrano come non si possa parlare di asservi1nento per qu.ei giornalisti che hanno contribuito a questo migliora,:nen.to qu,alitativo nel senso dell'irzdipendenza e della spregiudicatezza, oltre che nel senso della correttezza dell'informazione, dei grandi quotidiani (e dei grandi settimanali), certamente più indipendenti, più spreg·iudicati, piil corretti nell'informazione di quanto nori risultino i servizi giornalistici della Rai-TV, lottizzati dai partiti. La verità è che non ci sono sicure medicin.e legislative contro le insidie e contro le lusingfze dell'.asservimento giornalistico ai « padroni » dei giornali, o ai potenti della politica; ma è anche vero che in un paese democratico i giornalisti che non sono disposti a lasciarsi asservire possono reagire alle insidie e resistere alle lusingh.e dell'asservimento assai meglio di quanto reagire e resistere sia possibile in paesi non democratici. È quindi nella coscienza professionale dei giornalisti stessi il più forte presidio co11tro l'asservi1nento; e se capita, com'è capitato, che un giornalista, avuto offerto da un. partito politico, per il quale pure simpatizza, 1-!,nposto remunerativo ed inflù.ente nel quadro della lottizzazione della Rai, preferisca ri1nçinere al « Corriere della Sera », perché qui si ritiene più garantito nella sua libertà, questo è forse un episodio eccezionale, ma è ci-rto un episodio significativ.o. y 3 Bibiiotecaginobianco

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