Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

• Giornale a più voci La ricerca scientifica nel Mezzogiorno È noto quale sia stato in questi ultimi anni l'interesse suscitato dai problemi relativi alla ricerca scientifica, intesa quale fattore _, mediato o immediato - dello sviluppo economico. Da ciò una serie di proposte e di iniziative per aumentare i fondi destinati alla ricerca e migliorare le strutture organizzative dei centri ad essa preposti, come p11re per introdurre i « prodotti » della riicerca nelle strutture produttive del paese. Particolare interesse ha suscitato lo studio delle relazioni che passano fra il prodotto della ricerca e la p·roduttività economica. È questo un nuovo modo di concepire la ricerca scientifica, intesa più come fatto « organizzato » al servizio dello svilUippo, che con1e libera espressione della « curiosità » dello scienziato; senza dire che precise esigenze di mercato hanno orientato la ricerca verso ben de.finiti obbiettivi. Accanto a questa esigenza della ricerca << programmata», si è poi manifestata l'esistenza di un « problema di strozzatura»: la produzione del bene « ricerca applicata» necessita della materia prin1a « ricercator1 », una materia prima che avrebbe dovuto essere fornita dall'Università, naturale produttrice di cervelli per la ricerca. Ma l'Università è venuta meno a questa funzione. Le carenze dell'Università si sono manifestate a11che su un altro piano, e cioè su quello della ricerca pilotata, vuoi per le sue deficienze strutturali oramai croniche, vuoi perché l'Università è elettivamente sede di una tradir zionale « ricerca fondamentale» o « pura », in contrasto con le nuove esigenze di t1na « ricerca organizzata », caratterizzata dalla necessità di un irrnmediato passaggio « prodotto della ricerca-utenza della ricerca ». Vero è che sta progressivamente venendo meno la distinzione fra « ricerca pura» e « ricerca aip·plicata », ma è innegabile che quest'ultima tende a uscire sempre piì1 dall'ambito universitario, per crearsi delle strutture autonome isp-irate al criterio dell'efficienza tecnologica. Negli ambienti più consapevoli della cultura e della politica, si è avuta sempre la sensazio11e di compiere una ricerca per così dire di « retroguar· dia», di trovarsi cioè ad uno stadio di presviluppo della ricerca stessa. Ne è derivata una autolimitazione degli o·bbiettivi da raggiungere, nel senso che non si è andati oltre una politica di organizzazione amministrativa àella ricerca: buon finanzia.1.ì1ento medio degli ist~tu,ti ,scientifici, formazione e selezione dei ricercatori, ,drenaggio organico delle forze disponibili. Le difficoltà che la ricerca italiana ha incontrato per un suo· decollo definitivo verso ob1 biettivi non più organizzativi, 1na operativi, sono emerse specialmente in quei settori che più degli altri avrebbero richiesto una rigorosa pianificazione. Si tratta ·dei settori più « raffinati» della tecnologia moderna, come la cibernetica e l'elettronica. Tali settori, proprio perché non inseriti in programmi di ricerca coordinati e globali, hanno assunto delle caratteristiche anomale che non hanno loro permesso ,di super~re il dislivello fra « pre39 Bibiiotecaginobianco

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