Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

Enzo Vellecco quantitativi, per affrontare, con il conforto di una. documentazione selezionata, le prospettive in materia di domanda e di offerta, tenendo nel dovuto conto le ipotesi derivanti dalla natura internazionale del problema. Né vengono trascurati i temi pìù prettamente industriali inerenti alla produzione e agli ostacoli che si frappongono al raggiungin1ento di obbiettivi che siano in linea con le possibilità pote11ziali del mercato. Il pregio di u11'analisi di questo tipo si può valutare adeguatamente solo se si pensa alle ,,icissitudini che l'industria tessile attraversa da anni e dalle quali non riesce ancora a venire fuori. In effetti si tratta di una situazione che costituisce, per gran parte, l'aspetto nazionale di un fenon1eno che interessa il settore sul piano comunitario. E]en1enti car,1tteristici di qt1esta situazione sono: il peso della cresce11te concorrenza esercitata dai paesi terzi, no11ché la scarsa vivacità dei consumi, che sembrano segnare una graduale perdita di velocità rispetto all'evoluzione del reddito. L'industria tessile italiana è inoltre condizionata da una serie di elementi concernenti la sua struttt1ra. Il settore è contraddistinto da un eccessivo frazjonamento della produzione, da metodi di conduzione aziendale spesso inadeguati e, soprattutto, da uno scarso grado di capitalizzazione e da bassa produttività. Basti considerare che, nell'ambito dell'industria manifatturiera, l'occupazione tessile rappresenta il 95C}fl circa di quella totale e la produzione solo il 7,5. La bassa produttività) unitamente alla ·1ie,,itazione dei costi avvenuta di recente, rende alq11anto limitata la redditività delle aziende del settore, che pertanto non hanno possibilità di risolvere adeguatan1ente i loro problemi strutturali. In seguito alla crisi congit1nturale del 1964, il Governo intervenne proponendo due disegni legislativi. Il primo, concernente la sospensione biennale dell'imposta di fabbricazione sui filati lanieri, trovò applicazione con la legge n. 1039 del 14 dicembre 1965; il secondo, a carattere più generale, tendeva a riorganizzare l'intero settore, ma non ebbe alcun seguito sul piano legislativo. L'acuirsi della crisi tessile ha successivamente indotto il Governo a predisporre un nuovo disegno di legge che, dopo un iter parlamentare piuttosto faticoso e tormentato, è ora in corso di approvazione definitiva al Senato. Il provvedimento destina un fondo di 200 miliardi di lire alla concessione di prestiti agevolati ad imprese che documentino validi piani di rilancio, con estensione del beneficio alle aziende artigiane e alle piccole e medie industrie. È stata lasciata cadere la parte che 28 Bibiiotecaginobia.nco

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