Il governo e la congiuntura che le misure restrittive della domanda di consumi, adottate nell'agosto 1970, potevano essere giustificate per la situazior1e esistente nei primi mesi dell'anno (in tale periodo, come si ricorderà, la Relazione parla di eccesso di domand.a rispetto all'offerta), ma non erano compatibili con le modificazio11i provocate dalla stretta creditizia. L'intervento del Governo non poteva qui11di che co11tribuire a deteriorare ulteriormente la situazione dal lato della domanda globale. No11 possiamo perciò accettare la versione governativa secondo la quale le misure del « decretane » non ebbero effetti perché si verificarono dei ritardi dovuti alla mancata conversione in legge da parte del Parlamento; in realtà quelle misure provoca-- rono i loro effetti (la maggioranza delle imposte ebbe in gran parte luogo n1algrado la non conversione in legge), solo che questi furono dannosi per l'economia. Il terzo punto, infine, è a nostro parere giustificabile se si tie11e presente che le mis11re fiscali adottate dal Governo spinsero le famiglie a consumare me110 di qua11to ci si sarebbe aspettati. Sulla maggiore propensione al risparmio delle famiglie può avere influito anche il tentativo di ricostituire il risparmio utilizzato durante le lotte sindacali e forse anche la consapevolezza che tempi difficili stavano preparandosi per i lavoratori. Se le considerazioni finora esposte sono valide, risulta allora chiaro che l'azione pubblica è stata manchevole e non solo nel senso indicato nella Relazione - e cioè l'incapacità di regolare il disava11zo pubblico in funzione del livello della clomanda globale - ma anche e soprattutto perché le decisioni adottate trovavano la loro giustificazione in una situazione che ormai non esisteva più ed ebbero l'effetto di aggravare ulteriormente una situazione già compromessa. Quello che qui si vt1ole affermare è che le misure economiche decise dall'At1torità pubblica ebbero un effetto destabilizzante. Tutto ciò risulta particolarmente grave per un paese nel quale da tanto tempo si parla di programmazione e che si accinge a varare il secondo piano q11inquennale. Il fatto che nella Relazione si affermi più volte che non si riesce ? coordinare il livello della spesa pubblica in funzione del livello della domanda globale, è indice di inefficienza; e appaiono di conseguenza prive di significato tutte le proclamate i11tenzioni dell'Autorità pubblica di programmare l'intera economia italiana. Da ciò che abbiamo detto in precedenza si ricava che non si tratta soltanto di lentezza burocratica, ma anche di questioni più sostan:z;iali, relative alla indi .. 23 Bibiiotecaginobianco
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