La lezione di Meinecke federalista, infatti, I'insularità gioca un ruo1o determinante solo se le « condizioni di partenza » sono eguali, in ciò che riguarda la civiltà e i costumi, p·er gli Sta ti insulari e gli Stati con,tinentali. lvla ciò che più stupisce, nella recensione in esame, è la maniera di disfarsi -della proposta politica avanzata da Pistone. Questi, dopo aver individuato coerentemente la radice del conflitto tra etica e poli tic a nel1 'esistenza stessa di compagini politiche, portate dalla propria ragion di Stato a conservare e incrementare il proprio potere, osserva: « l'accordo della politica con la morale è solo possibile in una unione federativa ( ...) e ogni prudenza politica ha per f andamento giuridico la fondazione di una tale unione nella misura più larga possibile». Poste determinate premesse, in realtà, nessuna conclusione poteva essere piì1 coerente. Cervelli, al solito, dopo aver già liquidato le premesse col richiamo al marx-len.inismo, ap·punta i suoi strali sulle conclusioni e si chiede, con sufficienza, se questa di Pistone possa definirsi una « concezione politica», o non si tratti pilllttosto di mera ideologia « in direzione moderata e conservatrice vieppiù se riportata ad oggi » (pag. 589). Al fraintendimento, in tal modo, egli unisce, avvalendosi di un linguaggio in apparenza scientifico e distaccato, una rozza accusa politica, tratta per di più dal bagaglio polemico di un noto partito italiano. Certo, sì può benissimo dissentire dai programmi federalisti - incentrati oggi sul programmà minimalista dell'unità europea -, ma non Bibiiotecaginobianco per questo si è a11torizzati a qualificarlo tout court come conservatore e 1noderato (ma rispetto a chi? e per chi?... per l'Unione Sovietica, senz'altro, ma già la Cina, ad esen1pio, ha un ben diverso concetto dell't1nità europea). In realtà, liquida~e come conservatrice una proposta etico-politica che fu già di Proudhon e di Cattaneo, di Frantz e dell'anarchismo ottocentesco e che ispirò le geniali riflessipni sulla storia contemporanea di t1no dei più illustri ospiti di Ventotene significa far scadere la scienza a pamphlet. Ma a parte questa infelice sortita di Cervelli, il limite più grave del suo saggio-recensione consiste nel tipo di analisi che egli propone in alternativa a quello seguito nel libro in esame. « Le conclusioni di Pistone - scriNe - risentono ( ...) dello sforzo di dare ragione a tutti i costi del ragionare politico di Meinecke, e secondo una logica tutta interna a quel ragionare, e fin.iseano tutto somn1ato col rendere un servizio non buono al grande storico tedesco, con lo sminuire quella che è forse, al di là ovvia1nente degli specifici apporti scientifici, la sua reale grandezza, non eguagli1bile se non da pochi: quella di averci reso, con tutti i suoi limiti e con tutte le sue contraddizioni ideologiche e politiche, la drammatica testinionianz.a di un'epoca viss-iLta e sperin1entata fino in fondo » (pag. 590). In questo rilievo, emerge chiar8 t1n senso della storia e della tradizione che è difficile condividere: la cultura, sembra intendere Cervelli, non costituisce il termine di un dialogo sempre nuovo, inteso a verifi127
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