Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

La lezione di Meinecke « Meinecke, osserva Pistone, non tenta di distinguere con rigore il contesto in cui è rilevante la necessità di stato da quello in cui interviene in maniera autonoma la scelta dell'uomo politico, e di precisare quindi in che modo essi possano interferi re l'uno con l'altro » (pag. 451). Certo,· deve pur esistere uno• spazio riservato alla volontà libera e al riparo da tutti i condizionamenti oggettivi, ma - rileva ancora Pistone - « se questo è vero non ne deriva però necessariamente che il riconoscimento del fattore della libertà di scelta nella vita politica debba essere così ampio e indeterminato - conie appunto è nel caso di Meinecke - da rendere logica1nente impossibile ogni spiegazione causale-oggettiva » (pag. 453). A ben riflettere, l'abbandono dell'idealismo oggettivo va ricondotto all'incapacità di Mein-ecke di superare completamente il nazionalismo prebellico. Se la realtà di potere costituita dallo Stato nazionale conduce inevitabilmente alla guerra, o si nega che lo Stato nazionale sia un fatto di valore (auspicando, come fecero, ad esempio, già nel prin10 dopoguerra Einaudi ed altri pensatori, uno Stato federale), o si ridirn ensiona la legittimità del nes- • so causale - Stato nazionale == guerre -·, facendo intervenire il libero arbitrio dei politici nella spiegazione dei conflitti internazionali. I1nboccando la seconda strada, Meinecke si riaccostava, inconsapevolmente, alle. posizioni ideologiche che egli aveva contribuito a far superare e che attribuivano le responsabilità della guerra al colore poliBibiiotecaginobianco tico delle classi dirige11ti di uno Stato. Nella Catastrofe della Germania, scritto nel secondo dopoguerra, Ivleinecl(e, costretto al silenzio dal nazjsmo, sente il bisogno di uscire dall'on1bra per spiegare ai connazionali le ragioni profonde dell'avvento di Hitler al potere. Nonostante il rjconoscimento del ruolo svolto dalle forze militaristiche, agrarie e industria li, l'accento batte sull'aspetto demoniaco del nazismo e sulla malattia morale della Germania. L'influenza esercitata dall'evoluzione dell'equjlibrio delle potenze europee e mondiali sulle lotte po1 litiche tedesche è appena accennata e l'alto valore di testimonianza morale della Catastrofe non toglie l'impressione della povertà delle categorie storiche in1piegate. Con il ricorso al concetto dj « malattja morale del popolo tedesco», rileva Pistone, Meinecke risolve un problema politico reale - « quello dell'oggettiva i111possibilità di assicurare durevoln1ente la pace e quindi la vita de1nocratica sulla base dello stato nazionale tedesco ed in. generale sulla base del sistenia degli stati nazionali sovrani in Europa» ---- con una terapia culturale, cioè con un'opera di rieducazione, dando prova di un'ingenuità inspiegabile in chi aveva così a fondo penetrato la lezione n1achia velliana. Ben diversa appare invece la spje-. gazione che del fenomeno· nazista fornisce ancora il Dehio. Per l'allievo dj Meinecke, le ragioni di crisi dell'equilibrio europeo, che avevano dato origine alla politica imperialistica guglielmina e quindi alla prin1a guerra egemonica tedesca, lungi 123

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