I La lezione di Meinecke irreparabili, grazie a tecniche e metodi d'i11terven to politico suscettibili di adattarsi ai tempi e ai luoghi e, nondimeno, fondati sull'osservazione di puntuali ricorrenze di comportamenti. Lo stesso obiettivo della pace può essere, sia pure gradualmente, raggiunto opera11do con responsabilità in un ·ampio quadro di rapporti e individuando, con relativa precisione, quali elementi sono modificabili dalla volontà umana e quali, invece, almeno per il momento, costituiscono un ostacolo insuperabile per l'agire libero e consapevole. A ben riflettere, nella Weltanschauung in esame v'è l'invito, permeato di scettica saggezza, ad accontentarsi di ciò che è possibile ottenere, volta per volta, dalla « feccia di Romolo », con lo sguardo rivolto non già all'avvenire, ma ad un passato ben più disumano del presente. Ogni conquista sulla via della tolleranza appare frutto di complesse e contingenti transazioni, proprio come ogni riforma, nel regime parlamentare - ritenuto la miglior forma di go,verno - è il frutto di precari compromessi tra gruppi e parti ti politici. All'interno di siffatte disposizioni, risulta difficile fondare una coerente teoria dell'agire politico; e ben si comprende come le generalizzazioni alle quali la scienza politica è costretta a procedere, debbano ·essere assimilate a filosofia della storia. Il secondo atteggiamento, invece, è legato strettamente alla filosofia spiritualistica italiana, la cui funzione precipua - in sterile polemica con lo storicismo crociano e postcrociano - sembra consistere so- '.· Bibliotecaginobianco prattutto nel promuovere sentimenti di sconforto e di sfiducia nell'uomo ed un'immagine del° mondo sbiadita e pessimistica da cui ci si salva solo nella contemplazione « braminica » di quell'Essere dinanzi al quale la società e la storia sono vanitas va11itatum. Se il primato della volontà, teorizzato dal neo-illuminismo, porta a misconoscere i risultati più fecondj della prospettiva idealistico-oggettiva del Meinecke, l'insistenza con cui lo spiritualismo sottolinea gli elementi non razionali presenti nell'uomo, porta ad assimilare il pensiero del grande storico tedesco ad uno dei tanti ambigui ritratti della con.- dizione umana, sospesa tra il contjngente e il metastorico (v. la voce M einecke nell' « Enciclopedia filosofica» del 1957). Ma l'ostacolo piì1 tenace alla giusta comprensione dell'opera del Meinecke proviene dal terzo atteggiamento, che è caratteristico del materialisn10 storico. Il marxismo ha avuto il grande merito di opporre alla « storia delle idee » la storia dei condizionamenti oggettivi. Il progresso della conoscenza è legato al rapporto di causa e di effetto che può essere stabilito tra due fenomeni e insieme di f enomeni. Certo, la causa di cui si parla non è quella cui si riferiscono le scienze naturali; e tuttavia è concetto irriducibile al reciproco condizionamento teorizzato dallo storicismo relativistico. Grazie all'individuazione di certi nessi strutturali, il marxismo ha compiuto una acuta demistificazione delle ideologie poli ti che e delle visio·ni tradizionali del mondo in base al pri11cipio che 107
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