LETTERE AL DIRETTORE Le molecole mortali Caro Direttore, Diversi niotivi 111ispingono ad inviarti questa lettera. IJa nostra antica amicizia, la tua appartenenza a un partito impegnato in modo costruttivo sui problemi della Nazione, una rnia disponibilità psicologica sempre crescente verso attività diverse da quelle coltivate fino ad oggi nella università. Dopo le battaglie spesso vittoriose contro batteri e virus co,mbattute nello scorso cinquantennio, nuovi potenti nemici della salute dell'uomo si affacciano all'orizzonte. Si tratta delle molecole chiniiche. Le molecole chimiche occupano la stessa posizione che i microbi occupavano, per l'u,nanità, prirna delle classiche ricerche di Pasteur e di Koch; una posizione cioè difficile da controllare per le scarse co11oscenze della loro azione biologica a breve e a lungo termine. L'accostamento· ai batteri e virus è valido anche per il modo con il quale le molecole giungono all'uonio, cioè per contagio atmosferica o attraverso i cibi. Ancora, conze per i batteri e i virus, l'uomo niorirà di malattie molecolari, sentirerno parlare a breve scadenza di epidemie molecolari o chimiche. Certamente già oggi diverse migliaia di uomini muoiono per le molecole chimiche, per quanto ancora non esista una chiara classifica della loro pericolosità e una conoscenza del loro meccanismo d'azione biologico. La morte per tumori o per malattie cardiocircolatorie sono s_pesso dovute a molecole chimiche più che alle cause tradizionalmente indicate dalla medicina e dalla patologia. Molecole chimiche e batteri si differenziano, in sostanza, per il fatto che le prime non si riproducono spontaneamente, per quanto esse subiscano modifiche ad opera ·di agenti fisici, e che sono prodotte artificialmente dall'uo1110. Si parla oggi d'inquinan1ento atniosferico e delle acque, di difesa dell'ambiente, nascono nuovi termini come pollutanti, ecologia etc. Si scrive molto. Ricordo l'ottimo servizio della « Voce Repubblicana» del 31 dicembre 1970. Nel campo pratico, però, nessuna iniziativa seria è stata presa in Italia. • Il pericolo oggi rappresentato dall'inquinaniento è molto più grave di quello che fu « ai tempi» dei batteri, per i seguenti motivi: 1. L'organismo non è predisposto a combattere co.ntro molecole che non facciano parte dei cicli biologici. Non sarà mai possibile pensare, ad esempio, ad una farmacologia anti-pollutanti. 2. Il pericolo che l'inquinamento paralizzi i centri 11ervosi producendo 102 Bibiiotecaginobia-nco
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