Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

Ennio Ceccarini fitta degli americani e al tempo stesso non ha accontentato i comu• nisti. Si è trattato, insomma, di un altro episodio di debolezza e dj sconnessione della maggioranza, di compromesso ambiguo tra tesi diverse, di mediazione senza nerbo proprio; e come tale va rapidame1ìte archiviato, voltando pagina. Cosa che, appunto, si sono affrettati a fare tutti i partiti italiani e i maggiori organi della stampa e della pubblicistica del paese, interessati invece a collocare la nuova posizione i1ìternazionale della Cina in uno schema interpretativo adeguato, o a rivedere questo nuovo status e rango cinese alla luce delle proprie impostazioni ideologiche. All'estrema sinistra, le versioni sono sostanzialmente due. La prima mette capo al gruppo del « Manifesto », all'ala « libertiniana » del PSIUP, ai gruppi che ruotano attorno alle riviste « Quaderni piacentini » e « Tempi moderni », a certe frange basiste della DC, al MPL di Labor e ad altre scontentezze cattoliche. La definizione più ampia ed anche politicame1ìte più rigorosa si trova sulle colon- · ne del « Manifesto » quotidiano (la rivista, che ha ripreso le pubblicazioni qualche giorno prima del voto dell'ONU, non se Iìe è ancora occupata). Una definizione schematica, che si può riassumere così: tutta la politica americana postbellica era fondata su tre pilastri: sostegno economico militare a regi1!}i reazionari in modo da costituire una barriera d'assedio contro il mondo comunista o la liberazione dei popoli ex coloniali; predominio mondiale dell'economia americana tramite il sistema monetario di Bretton Woods; controllo delle Nazioni Unite. Questa situazione ha avuto un gra1ìde scossone. Il terremoto monetario del 15 agosto ha fatto saltare in aria l'impero finanziario USA; il voto dell'ONU sulla Cina ha messo fine al predominio statunitense nella massima organizzazione internazionale. Lo scoppio di queste crisi ha determinato inoltre l'avvio di una catena di reazioni e di controreazioni del sistema capitalistico americano, il cui segno più recente è il voto isolazionista del Senato, che ha bloccato il piano di aiuti economico-militari all'estero. Forse questo piano sarà ripristinato, ma l'isolazionismo, come spinta ad una risistemazione limitativa dell'impegno americano nel mondo, è oramai irreversibile. E ciò significa lo sgretolamento e l'avvio di una crisi insanabile dell'impero USA. Questo rimescolamento di carte - per « Il Manifesto » - è effetto primario dell'ingresso della Cina nel consesso internazionale, importante come cedimento americano, come sconfitta della più 8 Bibiiotecaginobianco

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