Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

J11dustria e industrializzazione in Campartia Diverso è il discorso per quel che concerne l'altro grosso sottosettore: la cosiddetta meccanica complessa. È a tale comparto produttivo . . cl1e bisogna legare, come si e cercato di dire, il futuro dell'industria meccanica e dell'industrializzazione della Campania; tanto pit1 che i11 qL1esto sottosettore opera il grosso dell'imprenditoria pubblica. Nella regione sono attualmente presenti 105 unità locali impegnate in produzioni della meccanica complessa. Si tratta di stabilimenti di media e di grande dimensione (384 addetti in media per unità locale), che rappresentano ben il 53,3% dell'intero comparto a livello 1neridionale. Più in particolare si contano in Campania 39 stabilimenti nel ramo delle macchine operative ed utensili, 28 i11 quello degli apparecchi e strumenti elettrici, 18 nella costruzione di mezzi di trasporto, 13 nella meccanica di precisione e nella costruzione di parti ed accessori per mezzi di trasporto, mentre è del tutto assente il ramo della costruzione di macchine agricole. Le Partecipazioni statali (IRI e EFIM) gestiscon.o il maggior numero di complessi produttivi, con u11a occupazione che sfiora le 15 mila unità, pari ad oltre il 70% di quella meridio?ale ed al 15% di quella nazionale. I complessi di maggiori dimensioni sono, come è noto, l'Aerfer (due stabilimenti) con oltre 3 mila occupati, l'Alfa Romeo e l'Alfasud con una occupazione complessiva che già supera le 6 mila unità, la SOFER (700 addetti) e l'AVIS ( 600 addetti) del gruppo EFIM, l'Italcantieri e la S.E.B.N. (3.500 addetti), nel ramo della costruzione dei mezzi di trasporto; la FMI Mecfond (1.300 addetti) nel ramo delle macchine utensili; l'OCREN (quasi 1000 addetti) 11el co1nparto delle macchi11e elettriche; la Sieme11s e Selenia (quasi 3 mila addetti) nel ra1no delle apparecchiature elettricl1e ed elettroniche. Accanto alle Partecipazioni statali anche il capitale straniero (in. prevalenza statunitense) è presente, in Campania, in quella che viene definita la « nuova frontiera dell'industria meccanica ». Si tratta, infatti, di ben diciotto stabilimenti, cb11una occupazione che supera le settemila e cinquecento unità, ed i « due p~ù grossi complessi governati da capitale straniero (Texas /nstritments di Aversa e General Instruments di Giugliano) operano in campi di tecnologia avanzata (componenti per apparecchiature elettroniche ed elettrotecniche), in cui più rapidi e si..: gnificativi sono gli sviluppi dell'attività ed i riflessi sull'ambjente industriale circostante ». Esaminiamo, quindi, uno per uno i diversi rami che compongono il sottosettore della meccanica complessa, per vedere fino a che punto è possibile ipotizzare una loro crescita in Campania. Per qua11to riguarda il ramo delle macchine operative ed utensili, 97 Bibiiotecaginobianco

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