Italo Talia industria tessile, tra industria chin1ica e gli altri settori industriali, tra industria chimica e ricerca scientifica. In tale contesto, l'innovazione - sia a livello tecnologico che di nuovi prodotti -, non entra in competizione con il problema d_ella creazione di nuovi posti di lavoro, ma 11eè, al contrario, il presupposto indispe11sabile. E questo vale, in particolar modo, per la Campania e per la sua struttura produttiva, che deve essere specializzata, riel quadro dello sviluppo dell'industria chimica del Mezzogiorno, nell'indt1stria chimica secondaria, riprendendo, in tal modo e lungo tale strada, quella via dell'espansione settoriale e territoriale che da ql1alche anno se1nbra essersi smarrita. L'indiLstria metaln1ecc.anica. L'i11dustria metallurgica e meccanica can1pa11a occupava, al 1969, 64.500 persone, pari al 20,9% dell'intera occupazione manifatturiera regionale e p•ari al 3,2?/o di quella nazionale ed al 34,19,,o di quella meridìonale. Tra il 1951 ed il 1969 l'occupazione in questo· settore è cresciuta in Campania di appena 5 mila unità, mentre è aumentata nell'intero paese di quasi 750 mila unità e nel Mezzogiorno di circa 40 mila. Il peso dell'occupazione metalmeccanica campana è diminuito, pertanto, sia 11ei confronti di quella 11azionale (dal 4,6% del 1951 al 3,2% del 1969), sia nei confronti di quella meridionale (dal 39,i% del 1951 al 34,1% del 1969); invariata è rimasta invece la sua incidenza sul totale dell'occupazione manifatturiera regio11ale: il 20,8% nel 195_1, il 20,9% nel 1969. In che senso, dunque, dobbiamo parlare dell'industria metalmeccanica campana co,me di un settore in espansione? Un settore che negli ultimi quattro anni - tra il 1965 ed il 1969 - ha perso ben 14 mila occupati? Un settore, inoltre, che comprende comparti come quello della cantieristica e della costruzione di mezzi di trasporto - principalmente materiale ferroviario - da anni in forte crisi? Il discorso sulla espansione d_el settore meccanico in Campania va, a nostro giudizio, impostato ex novo, tenendo conto in primo luogo del fatto che il settore, malgrado tutto, rappresenta tuttora il grosso ed il meglio non solo dell'ind11stria campana, ma anche di quella meridionale; tenendo conto, inoltre, di quelli che sono i programmi delle Partecipazioni statali ed in particolare delle aziende IRI; isola11do il settore della costruzione dei mezzi di trasporto; ed iniziando, infi11e, un discorso 11uovo sull'industria metallurgica campana, in funzione soprattutto della nuova meccanica che si è già afferrnata o che si può affermare e sviluppare. L'esame dell'itzdustria metallitrgica campana si esaurisce, come è noto, nei nomi di alcuni grandi complessi; l'Italsider di Bagnoli (quasi 94 B~biiotecaginobianco
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