Industria e industrializzazione in Campania vano gli stessi: quasi il 23% le industrie alimentari, il 24% le tessili, il vestiario e l'abbigliamento, il 12% la metalmeccanica. Tra il 1961 ed il 1969 2 , il rit1no di incremento delle unità locali risulta pari ad appena lo O,8%, ma al tempo stesso fa11no la propria comparsa le industrie chimiche, quelle poligrafiche ed editoriali, della gomn1a, della carta, ecc. Si può ritenere, pertanto, che intorno agli anni '60 si sia venuta esaurendo la spinta espansiva dei settori tradizionali, sui quali peraltro si era fondata la ricostruzione e lo sviluppo; mentre i nuovi settori e la nuova industria sorti durante gli anni '60 compensano, sia pure in parte, la perdita di peso dei primi, da un lato, e aprono la via, dall'altro, alla diversificazione dell'apparato industriale della Campania. Una conferma si può trovare analizzando, accanto ai dati sulle unità locali, quelli sull'occupazione forniti dalle serie storiche dell'ISTAT e relative alle singole regioni italiane dal 1951 al 1969. L'occupazione complessiva nell'industria manifatturiera campana, che era cresci11ta ad un tasso medio annuo del 3,1% tra il 1951 ed il 1959, regredisce nel periodo successivo fino al 1969, ad un tasso di poco superiore all'l,0% all'anno. Ci troviamo, quindi, i11presenza di un grosso processo di ristrutturazione dell'industria manifatturiera carnpana; un processo particolarmente grosso se si considera il peso e l'incidenza che essa ha nel contesto dell'industria nazionale ed ancor più et1ropea. Tale ristrutturazione non è altro che il portato e la conseg11e11za di quel processo che da venti anni sc11ote, a strappi ed a sobbalzi, l'industria dei paesi maggiormente sviluppati e che va sotto il nome di « innovazione »; che, infine, con u11 ritardo di oltre un decennio, raggiunge ed investe la struttura produttiva di una regione, come la Campania, ancora periferica rispetto al quadro geografico dell'industria europea. « Si conviene oggi generalmente », scrive lo storico inglese Postan, « che dopo il 1946 il mondo assistette ad t1n progresso tecnico più ampian1ente diffuso e rapido che in qt1alsiasi altro periodo nel passato », ..... « sarebbe tuttavia un economista e uno siorico superficiale chi limitasse la sua esposizione della tecnologia postbellica ai suoi prodotti. Dal punto di vista della moderna econo,1nia, più importanti dei n11ovi prodotti sono i nuovi processi, ·per esempio i nuovi metodi di fabbricazione di pro2 I dati relativi al 1969 sono desunti da una indagine con.dotta nel corso del 1970 dal CESAN sull'industria manifatturiera in Ca111pania e curata da Renato Mele. Tale lavoro _, unitamente a quelli compiuti da Sergio Sciarelli (L'industria metallurgica e meccanica in Carnpania e L'industria rnetallurgica e 1neccanica nel Mezzogiorno) e da Antonio. Picarelli (L'industria delle conserve vegetali in Campania) - offrono un quadro aggiornato e sufficienten1ente fedele della attuale struttura industriale della Campania. 87 Bibiiotecaginobianco
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