Vittorio Barbati ficoltà, si sta te.ntando· nell'Europa occidentale. stia spingendo le maggiori potenze mondiali, dell'Oriente come dell;Occidente, ad affrettare i tempi, per giungere a ,determinati ris11ltati prima che l'interlocutore « europeo » abbia acquistato troppo• peso. Ed eccoci così giunti ad un p,unto fondamentale. Qual'è la posizione dell'Europa in q_11estoco1nplesso quadro di trasformazio 1 ne? Quali sono, o posso-no essere, le sue possibilità di azione, di reazio.ne e di manovra, sia sul piano politico che sul piano eco11omico? Prima di azzardare delle risposte - o, 1neglio, prima di formulare delle ipotesi sulle possibili risposte -, è necessario soffermare l'attenzione su alcuni punti essenziali. Esistono, da parecchi anni, numerosi e gravi squilibri nei rapporti internazionali. Non si tratta solo di squilibri di potenza, ed in particolare di potenza scientifica, produttiva e militare, ma anche di squilibri fra le possibilità che gli stessi paesi, o gli stessi gruppi di paesi, hanno in campi diversi. L'Euro,pa occidentale costituisce la manifestazione più evidente di questi sqL1ilibri: le politicl1e comuni e le politiche nazionali spesso si intrecciano, o addirittura si contrastano, con effetti non sempre positivi. ·C'è un vizio di fondo· che pesa sulla condotta degli europei: l'abitudine a voler ragionare su un piano ristretto, quando i problemi si p·ongono in termini non più nazionali e nemmeno continentali, ma intercontinentali o addirittura mondiali. Sotto questo profilo, i recenti atti di Nixorì - ed anche i recenti, sia pure rneno clamorosi, atti sovietici - significano., co,n o.gni probabilità, che le due superpotenze si preparano ad adeguarsi in tempo, nel campo politico carne in q_uello economico, ai nuo·vi equilibri verso i quali il mondo si sta avviando, rafforzand·o le posizio,ni più solide che oggi detengono,, ed abbandonando contemporaneamente quelle più deboli. Esse sono costrette ad accettare che il « club d.ei grandi » si allarghi - cosa che, oltret11tto, può alleggerire molti dei loro1 o·neri, rientrando quindi nei loro interessi - ma tentano, nei limiti del possibile, di precedere i lo1 ro prossimi o meno p1rossi,n1i soci sulle posizioni più vantaggiose. QL1esta evol11zione internazionale coglie l'Europa occidentale in un momento partico1armente difficile e delicato, ossia nel momento in cui, dopo una troppo lunga parentesi, essa sta cercando di riprendere il cammi110, verso· l'unità. Forse, a questo punto, non si p11ò nemmeno parla.re di fatale coincidenza. Di necessità di superare la cristallizzazione dei rapporti fra i 64 Bibliotecaginpbianco
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