Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

Umberto Pedol movimento studentesco l'alfiere delle libertà conculcate dallo Stato borghese e una componente essenziale dello schieran1ento di classe. Gli operai delle fabbriche, nella loro grandissin1a maggioranza, non era110 d'accordo con questo tipo di analisi; e in non poche occasioni ebbero modo di esprimere la diffidenza che provavano verso certi modi di concepire la lotta di classe, rifiutando di attribuire la leadership delle proprie lotte a certe cosiddette « avanguardie». L'orientamento della sinistra socialista fu invece qt1ello accennato, almeno· fino a quando il PCI non decise di espellere il gruppo del « Manifesto » e, in seguito, di sferrare una decisa battaglia a sinistra contro i gruppusculi extraparlamentari. Non è forse azzardato avanzare l'ipotesi che, se questi fenomeni trovavano già la sinistra democratica in uno stato di crisi (latente all'inizio dei moti studenteschi e ormai esplicita al momento dei conflitti sindacali), le gravi tensioni determinate dalla contestazione giovanile e dall'at1tunno caldo, con la conseguente ondata di sinistrismo cultural-politico, che si innestava in una situazione già compromessa, contribuirono in misura deterrninante ad approfondire le divisioni politiche, ideologiche e culturali tra repubblicani, socialisti e socialdemocratici, portando la sinistra democratica ad 11no stato di completa e pericolosa disgregazione. Tra i due ordini di fenomeni esiste dunque un.a relazione reciproca, nel senso cl1e, da t1na parte, l'acuirsi ~elle tensioni sociali agì negativamente proprio sulle forze della 1nediazione, cioè sulle componenti della sinistra democratica, disarticolandole e disaggregandole (scissione socialista) mentre dall'altra parte la crisi della sinistra democratica favorì l'ulteriore polarizzazioine delle tensioni sociali. Così la ricostituzione del quadripartito organico di centro-sinistra., di cui il PSI accettava di fare parte non, come Nenni aveva chiesto al Comitato Centrale del PSI del febbraio 1970, « per scelta politica», ma ~ er stato di necessità, se ridava t1n 1ninimo di conduzione politica al aese dopo il trauma nazionale delle bornbe di Milano, non si presentava certo come il risultato di un chiarimento politico. Le elezioni amministrative del 7 gi11gno 1970 erano ormai vicine, e la piattaforma elettorale dei partiti di governo, specie dei tre partiti laici, sarebbe consistita· (inevitabilmente, anche se paradossalmente) proprio in u11a polemica senza risparmio di colpi nei riguardi degli stessi partners di governo. In particolare, i due partiti socialisti si aspettavano dall'elettorato la conferma della validità •della politica che li aveva po,rtati alla scissione, ossia la progressiva divaricazione e co11trapposizione frontale; l'uno alla rjcerca di voti liberali e dernocristiani, l'altro impegnato a 36 Bi~Iiotecaginobia·nco

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