Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

Umberto Pedol vita alla resistenza e poi alla Repubblica; tradizioni che facevano capo a nomi come quelli di Turati, di Rosselli, di Salvemini. Quest'ultimo, ad esempio, era stato tenace assertore nel dopoguerra di quella « terza via », che combattesse il predominio clericale da un lato e quello « degli arcivescovi, vescovi, parroci e sagrestani della Chiesa Staliniana », dall'altro. Una « terza via» fondata su un « socialismo democratico», che si muovesse « verso una struttura economica sempre meno individualista e sempre più collettivista », tale da assicurare « un minimo di benessere e di sicurezza per tutti, senza il quale minimo, né può sorgere il desiderio della libertà, né i diritti di libertà possono essere di regola praticati». Un socialismo, come ha scritto M.L. Salvadori, « che aveva del liberalismo lo spirito di libertà nelle istituzioni, Jella democrazia la coscienza che la libertà delle istituzioni si deve fondare sull'esercizio dei diritti di tutti, della tradizione repubblicana e federativa il senso di una continuità storica » 5 • Che questo processo di aggregazione della sinistra democratica costituisse una prospettiva reale e ricca di potenzialità innovatrice, lo dimostrò l'immediata reazione fascista, non a caso intrecciatasi con gli intrighi democristiani e - guarda caso - oggettivamente patrocinata da certe sinistre DC (manovre Gronchi-Tambroni e fatti del luglio '60). Molti studiosi si sono soffermati su quella che poi è stata definita « l'insufficienza riformatrice del centro-sinistra». Ma le cause di tale insufficienza vanno ricercate principalmente nello scarso grado di coesione delle forze di sinistra democratica prima dell'unificazione socialista, nelle difficoltà e nelle contraddizioni che il partito unificato incontrò e non seppe risolvere, durante la sua breve vita, nella progressiva divaricazione di tali forze dopo le elezioni del 1968, culminata nella scissione socialista e che ancor oggi non accenna a diminuire; in sostanza nell'insufficienza, nella contraddittorietà e poi nel fallimento della aggregazione della sinistra democratica. Se si vogliono comprendere le ragioni di fondo della crisi che travaglia oggi il paese, è dunque necessario prendere coscienza del fatto che tale crisi affonda le sue radici nella crisi della sinistra democratica, ed individuare le cause e le responsabilità del suo fallimento. È inutile ricordare la guerra senza quartiere che il partito comunista condusse contro il partito socialista unificato. Del resto l'unificazione e il centro-sinistra nascevano come iniziative politiche concorrenziali nei confronti della opposizione comunista e quindi tale comportamento del PCI si poteva scontare in anticipo. s M.L. SALVADOR!, Gaetano Salvemini, Einaudi 1963, Torino. 28 BibliotecaGino Bianco

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