Girola1no Cotroneo zio11e dei quali la sua generazione non avrebbe, .ancora una volta, per nt1lla (o quasi) partecipato. Ora, se per gli avvenimenti posteriori alla guerra e alla liberazione la « non-partecipazione » poteva avere, come si è detto, delle giustificazioni più che accettabili, lo stesso non si può dire per quanto è accaduto dalla fine degli anni cinquanta sino ad oggi. Il vuoto di cultura creato dal fascismo avrebbe potuto pure essere coperto; ma evidentemente non lo è stato abbastanza se la nuova generazione non ha saputo partecipare, o farsi addirittura protagonista dei nuovi fermenti. Qui il « giustificazionismo » storico lascia il posto a precise responsabilità. Forcella dice che è stato così, rna no11 si chiede « perché » è stato così, lasciando quindi intendere che ancora una volta, pur nelle mutate condizioni storiche, il « parricidio » non era stato consumato e questa inesaL1ribile generazione dei « padri » aveva nuovamente avuto il sopravvento su quella dei figli. Ma, come si diceva, il discorso non può a questo punto imper11iarsi ancora sulle « circostanze storiche », perché cancellerebbe quelle responsabilità che invece esistono. Il fatto è che le idee, il patrimonio culturale proposto (o riproposto) dagli uomini della vecchia generazione alle generazioni nuove, - si trattasse del liberalismo prefascista o del marxismo in edizione togliattiana, del cattolicesimo degasperiano o del socialismo democratico - divenne dogma e 1nito per i coetanei di Enzo Forcelìa. Non si tratta qui di j11vocare il « parricidio » a ogni costo: ché anzi per posizione o per formazione storicistica, riteniamo il « parricidio » ( e le vicende ultimissime del nostro paese lo dimostrano a sazietà) un'astrazione intellettL1alistica, una forma di snobismo culturale inutile (se non addiritt11ra nociva allo sviluppo democratico e civile di un popolo), con la quale si pretende di imporre un n1odello astratto a un paese, senza pensare cl1e le istituzioni, la religio11e, la ct1ltura di cui esso è portatore non sono soltanto frutto di mistificazione di pochi ai danni dei più, ma travaglio storico che 110n può essere cancellato e sostituito con un « assolutamente nuovo »: il quale molto spesso è superficiale imitazione di ciò che in altri paesi è stato faticosamente co11quistato poco alla volta. Comunque sia, per tornare al nostro discorso, è vero che la generazione cui appartengono Enzo Forcella e gli altri che hanno risposto alla domanda de « L'Espresso » non aveva altro a cui rifarsi se non le idee antifasciste (qualunque poi esse fossero) dei « padri »; ma il fatto di averle poi accettate come dogmi è tutta un'altra 20 Bi~Iiotecaginobianco
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