Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

Il parricidio 1na11cato che oggi hanno quaranta, quarantacinque, cinquant'anni sono riusciti a portarvi soltanto alcune modeste correzioni marginali ». Così, « se il fascismo era stato un affare dei padri », a11che << l'antifascismo e il postfascismo sono stati per buona parte dominati da loro ». Ne deriva pertanto, sempre secondo Forcella, che la traccia lasciata nella storia italia11a dell'ultimo quarto di secolo dalla prima ge11erazione postfascista, « sembra tracciata in pu11ta di piedi, proprio come se avesse saputo fin dall'inizio cl1e era desti11ata a. esercitare u11 ruolo s11balterno; per circosta11ze storiche o per pochezza di mezzi, questo è già un altro discorso ». Ma è proprio questo, a nostro a"'Jviso, il discorso che andrebbe fatto una volta per tutte. L'analisi, abbastanza pessimistica come si può notare anche dai soli pochi cenni riportati, che Forcella ha fatto intorno al ruolo della sua generazione, nor1 ci pare dia ragione - né forse poteva, dato il carattere necessariame11te limitato del suo i11tervento - dell'accadin1ento da lui acutamente descritto e che è stato certamente decisivo delle ulti1ne vice1ide politicoc11lturali del nostro paese. Naturalmente, trova11doci oggi di fronte alla spietata logica dell'accaduto, non resterebbe che prenderne a.tto, e pe11sare al futuro. Ma poiché il futuro 11.onpuò essere pensato in termini co11creti senza il ripensame11to del passato, allora è chiaro che il discorso sulle ragioni del fer1on1eno descritto da Forcella va fatto; e va fatto senza neanche chiedersi se la mancata partecipazione della prima generazione post-fascista sia stato Lln bene o 11n male per il nostro paese, dal n1omento che 11.elle vicende storiche, come è noto, non esiste la controprova (anche se Gramsci diceva che quando si fa con i « se », la storia diventa « politica attuale », e anche se personalmente pensian10 cli.e le « assenze » nella storia di un popolo, come del resto nella vita i11dividuale, sia110 sempre negative e spesso cat1sa principale degli scompe11si e delle successive crisi). A nostro avviso, comu11q\1e, la causa fondamentale di quella « asse11za » dì cui parla Forcella, la ragio11e per cui furono gli uomini della generazione prefascista a segnare le direttrici lungo le quali si sarebbe poi mossa la vita sociale, politica e ct1lturale dell~ultimo venticinquennio, sono dovute (e non riteniamo certo di dire una 11ovità) al vuoto culturale che il fascismo aveva aperto alle spalle dei giovani che era110 cresciuti sotto il regime: privi di informazione, ignoranti dello sviluppo civile del resto d'E11ropa (o del mondo), estra~ei a qualsiasi esperienza politica diretta, con un'idea della storia e11ropea deformata dagli storici del regi1ne 17 Bibiiotecaginobianco

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