Il parricidio mancato di Girolamo Cotroneo · Fra le tante considerazioni (o confessioni) con le quali alcuni rappresentanti della 11ostra vita culturale, i quali alla fine della guerra era110 intorno ai vent'anni e rapprese11tavano perciò la generazione alla quale sembrava affidato il compito di « rifare » l'Italia, hanno tracciato una sorta dì bilancio degli ultimi venticinque a11ni della nostra storia, manifesta11do così - sia pure da 11na' ngolazione del tutto soggettiva - le illusioni, le delusioni, le realizzazioni di cui un'intera generazione sembra portare il peso (o la responsabilità); fra tutte quelle considerazioni, dicevamo, che avrebbero potuto costituire la radiografia psicologica della generazio11e in questione se « L'Espresso.», promotore dell'iniziativa, 110n fosse stato del tutto u11ilaterale nella scelta degli interlocutori, la più i11telligente, e soprattutto la più stimolante, ci è sembrata quella di Enzo Forcella. Non che gli altri interventi - tranne qualcuno estremamente piatto e schematico, o pieno dei luoghi comuni di certa « opposizione » contempora11ea - non presentassero· anch'essi delle osservazioni interessanti: ma quello di Forcella definiva con tale precisione la parte avuta (o non avuta) dalla sua generazione nelle vicende della società italiana del dopoguerra, da fare sorgere nella mente dei lettori - specialmente di quelli per i quali i primi anni della Repubblica costituiscono più un fatto storiografico che non passione vissuta, ap·partenendo alla generazione successiva, o, come nel caso di chi scrive, a quella dei_ fratelli minori dei giovani di quegli anni - da far sorgere, dicevamo, di fronte ai lettori un problema storico della massima importanza per la comprensione dei principali avvenimenti della nostra storia più recente. Il discorso di Forcella è il seguente. Alla fine della guerra l'egeino11ia politica e culturale non è stata assunta nel nostro paese dalla nuova, o dalle nuove generazioni. Essa invece è andata (o ritornata) nelle mani di coloro che si erano formati nell'Italia prefascista (i Togliatti, i De Gasperi, i Ne11ni, i Saragat); ne è venuto di conseguenza, dice Forcella, cl1e « per venticinque anni la storia italiana ha marciato sui binari da essi tracciati e tutti coloro 16 Bibliotecaginobianco
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