Nel turl1iel Abbiamo fatto questi riferimenti, perché ci sembrano particolarmente illuminanti per chi si proponga di scrivere di pol~tica i11 u11mo1nento in cui si parla tanto di dialogo tra cattolici e marxisti. Emarginato il filone liberale, si è assistito all'incontro di un certo marxismo ed u11 certo cattolicesimo. Scrive Matteucci, nel saggio cui prin1a accen11avamo: « Si ha quasi l'irnpressione che l'antica avversione del cattolicesimo reazionario contro lo Stato e la civiltà 11ioder1-1ac, ontro il liberalismo e la borghesia, lunga1ner1,te 111ante•-- nitta ·ir1 vita nelle organizzaz.ioni ca.ttoliclie, riesploda oggi a sinistra siL posizioni rivoluzionarie, 111antenendo però intatta la antica 1natrice integristica e clericale. Si ha così l'incontro con il marxismo senza Hegel e spesso senza Marx. Se nel 1945 tutti avevano letto la Storia d'Europa di Croce e i Quaderni dal Carcere di Gramsci, oggi tutti hanno letto Il dovere di 110n obbedire di Don Milani e Lettere a una professoressa della Scuola di Barbiaria ». Dj testi del genere si è nutrita e si nutre la contestazione giovanile. Questa contestazione le forze politiche si limitaro~o a recepirla, se 110n ad incoraggiarla, a ciò spinte forse da una sorta di complesso di colpa per quello che non avevano fatto e no11 sapevano fare, di11anzi alle esigenze del mondo studentesco. Croce scampar.e, Gramsci pure, appaiono i catechismi ci11esi; la nostra tradizione politica non è più nel Risorgime11to e nella Resistenza, ma nei fedayn e nei vietcong; la politica ce l'ha inseg11ata Savonarola e non Machiavelli. Togliatti era uno « sporco revisionista», il PCI è il capo di una sinistra capitolarda; i sindacati so110 « servi dei padroni »; e finalmente i moti di Reggio Calabria e i tumulti in occasione di « Agostino 'o pazzo » sono le grandi occasioni rivoluzionarie per la sinistra nel Mezzogiorno 2 • In politica estera Israele si identifica col nazismo, gli arabi e i fedayn rappresentano un modello di civiltà antiimperialista. Laddove forse l'imperialismo non è che un'etichetta dietro cui nascondere il livore che si nutre verse le democrazie anglosassoni. Non si guarda all'Et1ropa, ma al terzo mondo·. Si parla di imperialismo america110 e non ci si rende conto che, per l'Europa, il pericolo di un riflusso a destra nasce invece dall'isolazionismo americano. L'impegno europeistico della sinistra italiana si affievolisce. Non si vuole entrare 11el novero delle nazioni industrialmente avanzate, ma si vagheggia un'Italia a capo di « una sorta di internazionale dei poveri » 3 , sganciata dall'·Europa e proiettata verso i paesi arabi. È lo stesso di2 Sono parole di Adriano Sofri, uno dei leaders di « Lotta continua». 3 Cfr. ancora MATTEUCCI, op. cit. Bibiiotecaginobianco 11
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