Francesco Co,npagna consentito di cogliere significativi st1ccessi _nelle politiche regionali di sviluppo. Credo che, a questo pro.po,sito, si debba racco 1 gliere la indicazione fornita d·al più recente documento della programmazione, il « do-- cumento, programmatico- preliminare », dove si legge che « in linea di principio ogni o,perazione di finanziamento a piccole e medie imprese industriali dovrebbe compo,rtare auto,maticamente la prestazione di assistenza tecnica, con lo studio delle possibilità di reperire personale qualificato in misura adeguata, l'apprestamento di una missione tecnica per il perio·d·o di avvio, la fornit11ra di una ulteriore co1 nsulenza tecnologica e di mercato ». Una affinata 1nanovra degli incentivi, una più congrua assistenza tecnica, la promozio·ne i11dustriale, mediante partecipazione al capitale di riscl1io delle imprese: tutto· questo può concorrere, co,me suggerisce il documento pro1 grammatico prelin1inare, alla formazio11e delle iniziative imprenditoriali e dei capitali di rischio più sensibilmente di quanto finora non sia avvenuto, tanto più che si prevede la formazione di stn1menti speciali per la partecipazio·ne pubblica finanziaria a nuove industrie, nonché ad industrie già operanti nel Mezzogiorno, e cl1e debbono essere a1n1nodernate. Ma se io do1 vessi dire sotto quale profilo questo disegno di legge si presenta più interessante per assicurare la continuità e, in pari tempo, l'aggiornamento dell'i11tervento straordinario, q_uesta nostra discussione (in. ciò sono perfettamente d'accordo co11 l'onorevole Reichlin) dovrebbe approfondire la formula dei progetti speciali e fornire qualche indicazione a questo 1 proposito. In un documento recentemente pubblicato dal gruppo dei meridionalisti p11gliesi si afferma che « soltanto alla Cassa per il Mezzogio,n10, in costante intesa con le Regioini e nell'ambito delle direttive del CIPE, dovrà toccare il compito 1 di attuare tecnicamente i grandi progetti speciali ». Si tratta, a quanto si è d'etto, di progetti a carattere intersettoriale ed i11terregionale. Ma si deve con1i11ciare a pe11sarli e a definirli, questi pro 1 getti, perché essi possono essere tutto e po,sso·no essere niente! Non devono essere niente e non devono, neancl1e risolversi in una forn1ula buona a coprire tutto. A chi, dunque, il co,mpito di pensare e definire i progetti speciali di cui parla questa legge? Al CIPE, certamente, ma anche alla Cassa, nel senso che quest'ultima no,n può e non deve lirr1itarsi al co,mpito dell'attuazione tecnica dei progetti speciali, al compito di trovare la « costante intesa » con le Regioni e al compito di uniformare i propri interventi alle « direttive » del CIPE, ma, forte della sua esperienza di organo straordinario dell'intervento straordinario, deve far valere, nelle dovute forme, la sua valutazione e le sue proposte, anche e soprat118 Bibiiotecaginobianco
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