Guido Con1pagna paese ». Si trattava, a nostro giudizio, di vuota demagogia: di modi di far politica ne esiste uno solo ed è lo stesso che Machiavelli ha individuato molti anni or sor10; quanto poi alla « domanda che sale dal paese », t1na classe politica degna di tale nome non si limita a recepirla passivamente, ma distingue quelle che sono le esigenze fondamentali dalle istanze corporative, o comu11que astrattame11te velleitarie, di gruppi o categorie, rendendosi interprete delle prime e formulando su queste basi precise proposte programn1aticl1e. La classe politica italiana invece sembrò volersi arrendere e scaricare le proprie responsabilità: tanto, si erano determinati « fatti 11uovi » come i consigli regionali ed i sindacati, pronti a raccogliere l'eredità. A parte il fatto che, in una democrazia parlamentare, gover110, partiti, parlamento, regioni e sindacati ha11no ciascuno un ruolo proprio, ben definito dalla Carta Costituzionale, questo dei « fatti nuovi » era un gioco di scarica-barile; e per rendersene conto basta pensare a come avviene il reclutamento dei quadri dirigenti sindacali e regionali. Dobbiamo domandarci come sia stato possibile questo deterioramento della situazione politica italiana; come mai il centrosinistra, che tante speranze aveva suscitato nel paese, come mai l'ingresso dei socialisti al governo, che noi per primi avevamo auspicato, sollecitato e salutato con entusiasmo, siano falliti 11el corso di questa legislatura, in maniera così totale da far rimpiangere l'esperienza centrista anche ad alcuni tra i più importanti fautori del centro-sinistra. La ricerca delle responsabilità non può non coinvolgere il personale politico (o, se si preferisce, il gruppo dirige11te) dei due maggiori partiti della n1aggioranza: quello cattolico e quello socialista. Per dirla con Matteucci 1 , lo spirito del '45, che aveva animato De Gasperi, Nenni, Saragat, è assente nei loro successori. « Se si ha presente - scrive Matteucci - il dibattito politico-culturale in Italia nell'immediato dopoguerra, ci si rende conto che protagonisti di quel dibattito furono in particolare liberali e marxisti. Contrapposti sul piano politico, riallacciandosi eritra111bi a Hegel partecipavano sul piano intellettilale di una comune cultura ... una cultitra europea cioè non nazionalista o autoctona ... Gli stessi cattolici andavano sprovincializzandosi, mettevano da parte Toniolo e scoprivano Maritain ... Togliatti tesseva a Torino l'elogio di Giolitti, De Gasperi commentava la Storia d'Europa di Croce; _entran1bi cercavano di porsi nel solco dello Stato risorgimentale ». 1 Cfr. La cultura politica italiana fra l'insorgenza populistica e l'età delle riforme, « Il Mulino», num. 207 - gennaie>-febbraio 1970. 10 Bibiiotecaginobianco , .
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==