Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

Documenti meridionale dovranno sapere su quali prospettive p,o,ssono contare per il loro sviluppo, dato che non vi è certo nessuno· che possa dire: svill1ppo industriale sì, agricolo no; svi,luppo nelle aree metro,politane sì, nelle zone interne no. Occorre, quindi, al più presto fissare i lineamenti delle varie politiche, definire al più presto gli impegni finanziari per le altre leggi, concordare e coordinare il riparto del finanziamento glo1bale tra le varie politiche e solo allora passare alle scelte di priorità, ossia ai programmi, ai progetti, secondo i criteri di una razionale strategia dello sviluppo. Onorevoli colleghi, dovrei a questo punto entrare 11el merito del disegno di legge, ma non lo farò. Per farlo avrei d•o,vuto partecipare all'intenso lavoro svo·ltosi in sede di Commissione finanze e tesoro ed avrei dovuto meditare sulle soluzioni a,lternative prospettate sui singoli p,unti, e non 1'110 fatto. A prima impressione penso che il disegno di legge sia sufficientemente elastico per potersi adattare ad una situazio,ne istituzionale, legislativa ed economico-finanziaria che è in corso di rapid·a trasformazione. Era questa la cosa più importante e l'abbiamo garantita tanto meglio in quanto il disegno di legge prevede procedure di consultazione e di decisione tra Regioni e CIPE e mediatamente con la Cassa tali da co•nsentire di volta in volta l'intesa e le soluzioni più ad·atte agli infiniti problemi che insorgeranno nell'applicazione della legge stessa. Sulla parte sostanziale della legge, che e forse quella relativa al sistema degli incentivi ed alla sua n1odifica, penso che si sia fatto 1 tesoro dell'esperienza accumulata e che il disegno di legge innovi in senso positivo. Sulla parte politica ed istituzionale, infine, condivid·o naturalmente lo sforzo fatto per dare a·lle regioni meridionali la pienezza dei loro poteri e la diretta partecipazione a tutti i livelli nelle delibere che le riguardano. L'avere, tuttavia, voluto questo comporta una sfida ed un monito. Percl1é, infatti, quei poteri, che gi11sta111ente le Regioni hanno preteso di avere, diventino effettivi non basta che siano previsti dalla legge, ma occorre che le regioni meridionali si mettano· rapidamente in condizioni di poterli esercitare attrezzandosi modernamente ed adeguatamente e controllando rigorosamente le infinite pressioni che ora su di loro e non più sui poteri centrali si eserciteranno per male a1nmini-· strare quei poteri. Il monito è che come ogni potere vero e forte le Regioni sappiano· ~vere l'umilt~ di riconoscere, con autonoma· decisione, quel che possono e quel che non possono fare co~ le loro forze. Saggio è, pertanto, che l'organo dell'intervento -straordinario - che con questa legge diventa non tanto un organc, dello Stato, quanto principalmente un organo delle 113 Bibiiotecaginobianco

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