Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

I DocunierLti e le più disperanti situazioni dell'antica miseria contadina, se non scomparse, si sono grandemente attenuate. La scena è, quindi, qui intera.- mente dominata dall'emigrazione in massa e dalla resistenza ostinata della tradizionale agricoltura, divenuta me110 disumana per la generale attenuazio 1 11e degli antichi rapporti tra contadini e proprietari e l'ormai prevalente proprietà coltivatrice, ma nello stesso tempo divenuta ancora piì.1 disumana di un tempo per la scomparsa dei giovani e il sovraccarico di lavoro cui si sobbarcano i vecchi e le donne. Anno per anno la situazione diviene più intollerabile malgrado l'antica pazienza cui queste popolazioni sono avvezze. Questa si sta, quindi, tramutando in rivolta contro un destino di disgregazione che tutti san110 evitabile e a n1olti degli emigrati, che non hanno trovato - e sono i più - 11é una stabile occupazione né una nuova patria e vorrebbero tornare, appare come una inaccettabile ingit1stizia. Se a11che ha fatto sentir me110 la sua voce i11 questi anni, ho l'impressione che la situazio11e piu grave ed esplosiva si vada proprio accumulando in queste zone dell'interno, cl1e i11d1,1bbiamente hanno più duramente pagato ]e co11seguenze dello sviluppo economico, quasi nt1lla hanno avuto dall'i11terve11to dello Stato e non hanno davanti a sé una prospettiva seriamente formulata per il loro avvenire. Questa è la situazione del Mezzogiorno dopo un quarto di secolo dalla instaurazione della Repubblica. Il dato positivo di questa sitL1azione è, tuttavia, rappresentato dalla sempre più larga presa di coscienza di come le cose stanno, della inevitabilità di certi processi, ma nello stesso tempo della possibilità di risolvere i proble1ni, di attuare poli- . tiche capaci di risolverli. A questa larga presa di coscienza, d'altra parte, si è accompagnata una crescente abitudine di minoranze colte dì varia origine e solidità ad analizzare i problemi, a definire le possibili politiche, anche se troppo spesso esse sono scoraggiate o rese cinicl1e dalla composizione e dal comportamento della classe dirigente che dovrebbe tradurre in realtà quelle politiche. Il d·ato negativo più rilevante della situazione che si è venuta a creare in qt1esti anni, è infatti rappresentato - tt1tti lo sappiamo e tutti ne siamo in un certo senso responsabili, anche se la responsabilità non si distribuisce uniformemente - dal modo di far politica, dal modo di amministrare, ancora prima dal modo di reclutare il personale responsabile ai diversi livelli della cosa pubblica e d·al modo, purtroppo diffuso, di concepire i rapporti tra interessi privati e interesse pubblico. Non ho ,intenzione di fermarn1i ad illustrare questo aspetto della realtà meridionale, che ha le sue radici nei mali organici dell'antica società agraria tante volte analizzati e che ha il nome ben definito di prevalenza dei rapporti clientelari. No11 ho nerµmeno intenzio 1 ne di illu109 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==