Documenti nuove piantagioni non sono ancora in piena prodt12ione, si può ben dire che un primo grande settore della nuova economia è stato sald'a~ente costruito in questi anni, anche se ha ancora bisogno, come dirò, di essere consolidato attraverso una diversa organizzazione dei mercati e delle industrie trasformatrici ed una lungimirante politica di intesa co,n i paesi concorrenti e di espansione d'ei co11sumi di questi prodotti essenziali nella dieta moderna. Non altrettanto positivo può essere il giudizio nei riguardi della politica· di industrializzazione in senso stretto. La situazione industriale del Mezzogiorno è a tutti nota: n1algrado il grosso sforzo degli incentivi e la recente localizzazione nel Sud' di alcuni dei maggiori impianti della industria di Stato, il tessuto industriale resta debole per il mancato sviluppo delle iniziative minori che altrove costituiscono la fonte di maggiore occupazione e di maggior reddito. Le ragioni di questo troppo lento sviluppo industriale sono anch'esse note: di fronte ad· una estrema povertà di iniziative e di investimenti da parte degli imprenditori locali, è 111ancato o è risultato tardivo e limitato quel trasferimento nel Mezzogiorno di una parte co,spicua dello sviluppo industriale originato in altre regioni, sul quale la nostra industrializzazione doveva inevjtabilmente far principale assegnamento. Delle due linee di azione indicate dal professor Saraceno come essenziali al riguardo - una diretta nell'area e l'altra indiretta fuori dell'area meridionale -, la prima è risultata indubbiamente tardiva e la seconda manca sostanzialmente ancl1e oggi, quando pure si avvertono i segni di una prima sostanziale inversione di tendenza. L'errore - e bisogna esplicitamente affermare che è stato un grosso errore - è stato commesso nei cosiddetti anni del miracolo econornico ..a__cavallo del 1960, che debbono pertanto essere considerati come gli anni nèri della nostra politica econon1ica. Questa avrebbe dovuto e potuto, infatti, puntare allora sulla unificazione industriale del -paese e non lo fece, con le dl1re conseguenze di cL1ioggi l'in.tero sistema industriale italiano risente. In questo senso è vero quanto da ogni parte si afferma: che gli obiettivi della politica meridionalista potranno essere raggiunti solo se si cambia il tipo di sviluppo econo 1 mico del nostro 1 paese. Si tocca con questo il problema di fondo della nostra politica eco•- nomica, che formalmente con la progran1mazione si è dato lo strumento con cui attuare la mod·ifica del tipo di sviluppo, ma deve ora - e ancora non lo ha fatto - adoperarlo per rapportare - adoperando le parole di un economista della si11istra, Claudio Napoleoni - « l'intero processo economico nazionale non più alla propria accumulazio11e, bensì a un si107 .· Bibliotecaginobianco
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