Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

• Manlio Rossi Daria in massima parte il vistoso aun1ento della prod~zione agricola nelle zone di nuova irrigazione e, d'altra parte, la definitiva rottura dell'isolamento, di cui duramente soffrivano le regioni merid'ionali per la stessa loro configL1razione geografica. Sotto 1 questo ultimo riguardo le grandi autostrade, le strade a scorrimento veloce e mo1te delle strade ordinarie costruite dalla Cassa hanno effettivamente rappresentato il più grande apporto alla rottura dell'isolamento merid'ionale dopo la « cura di ferro» delle costruzioni ferroviarie, ideata da Cavour e realizzata nei primi decenni dopo l'unità. Se a questo si aggiunge la coerente politica realizzata dalla Cassa p•er l'ap,provvigio·~amento id•r1co sia potabile, sia a scopi industriali, · oltre che irrigui, che ha risolto il problema per quasi tutti i grandi agglomerati urbani cresciuti enormemente in questo ventennio e le aree metroipo1itane connesse, si può ben dire che la politica avviata nel 1950 ha assolto molto bene il compito, che si era prefisso, quello cioè di creare le fo,ndamentali premesse per un successivo processo di industrializza- . z1one. Prima •di esaminare, tuttavia, q11ello che si è fatto e q_uello che non si è fatto in questo ultimo preminente settore dello sviluppo economico, è opportuno sottolineare il fenomeno che spesso, per ragioni molteplici, viene sottovalutato anche da parte di chi avrebbe l'interesse a metterlo in rilievo: l'eccezionale svil11ppo della produzione agricola 11elle zone di alta suscettività. Calcolata a prezzi costanti, la produzione agricola del Mezzogiorno si è quasi raddoppiata nel corso ct·elventenr1io, con un saggio medio vicino al 5 per cento e superiore, sia pur di poco, a quello del rimanente del paese. Questo ris11ltato, tuttavia, deriva di fatto, dalla somma di incrementi molto diversi verificatisi nelle zone interne ad agricoltura tradizionale (nelle quali l'aumento è stato in media inferiore al 2 per cento), e in qt1ei due milioni di ettari (circa il 12 per cento dell'intero territorio meridionale) ove si concentra la maggior parte delle colture pregiate e si ha la maggiore intensità dei ricavi. In queste l'aumento è stato· in media del 7 per cento e più alto ancora negli ultimi anni dopo l'entrata in funzione dei nuovi impianti irrigui. Non c'è nessun settore industriale che sia cresciuto in Italia con altrettanta rapidità. Si tratta di un volume di produzione che in ragione media di 500.000 lire per ettaro, st1pera ormai i mil'1e 1niliardi l'anno, per due terzi rappresentati dalle produzioni ortofrutticole, dal vino,, dall'olio, ossia da produzioni interamente destinate ai mercati, bisognose di trasformazioni industriali e di trattamenti commerciali e quindi tali da raddoppiare il valore della prodt1zione all'origine. Se si pensa che i livelli raggiunti co1rrispo·ndono, ad tma t1tilizzazione ancora parziale dei nuovi impianti irrigui, che questi sono ancora in espansione e che molte delle 106 Bi~Iiòtecaginobianco

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