Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

Docun1enti sgregata, gli intellettuali della piccola e media borghesia rurale, i grandi proprietari terrieri e i grandi intellettuali ». Il blocco è disfatto e i s1,1oi residui si mescolano e si confondono in una società altrettanto disgre-- gata ma tutta in movimento e in trasformazione, altrettanto povera di articolazioni interne chiare e stabili, di organizzazioni sindacali e cooperative, di quelli che Tocqueville chiamava i « corpi intermedi », ma viva, cosciente, protesa al cambia1nento e alla costruzione di una diversa realtà. Se lo sconvolgimento e la disgregazione della società agraria tradizionale hanno rappresentato indubbiamente il fenomeno più drammatico dei vent'anni, q11ello che domina t11ttora la scena del Mezzogiorno e determina le situazioni cl1e più ci avviliscono e ci addolorano, altri fe11omeni si sono anche verificati e consolidati che debbono essere esattamente e onestamente valutati. · Ho sempre giudicato e git1dico saggia l'impostazione data alla politica dell'intervento straordinario nel 1950. Nella situazio,ne del paese e del Mezzogiorno quale era in quel momento sarebbe stato impossibile, sarebbe stato follia, pensare all'immediato avvio di un processo di industrializzazione. L'unica via che fosse possibile seguire era quella di attenuare la disoccupazione manifesta, di migliorare la struttura agraria, di avviare un processo di intensificazione della produzione agricola là dove fosse possibile e di eseguire sistematicamente un programma di opere pubbliche straordinarie con il doppio intento di un generale miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni e di creazione di una serie di infrastrutture di base capaci di costituire le premesse per 11n successivo processo di industrializzazione. Questo realistico programma è stato portato avanti con energia, co1i chiarezza am111inistrativa e con ottimi risultati dalla Cassa nel corso del primo e del secondo decennio della sua attività. Il fatto cl1e in regioni avvezze ad una politica di opere pubbliche a singhiozzo•, realizzate con la tradizionale lentezza burocratica dell'amministrazione centrale, si sia potuto realizzare in venti anni un coerente programma di opere pubbliche di 3.000 miliardi di ~ire, concentrato per il 74 per ce11to in complessi organici acquedottistici, irrigui, stradali e realizzato con procedure rapide, con minimi errori tecnici e senza alcun grosso scandalo di carattere amministrativo, rappresenta di per sé un fatto d'i straordi11aria in1portanza. Per quanto riguarda gli effetti della realizzazione di un tale programma sullo sviluppo economico del Mezzogiorno, mentre è difficile dire in quale misura vada ad esso attribuito il ge11erale aumento medio del red·dito del 5 per cento nei vent'anni - aumento che il Mezzogionìo non aveva mai registrato - è certo che si debbono direttamente ad esso 105 Bibiiotecaginobianco

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