Manlio Rossi Daria forme con le quali esso, possa essere corret~o, e r~so conforme all'interesse generale. Se con questo diverso spirito si guardano i vent'anni trascorsi, il giudizio resta duro, ma l'analisi consente di fissare, in termini obiettivamente validi, le ragioni di quell'apparente insuccesso, la natura ,dei fenomeni in atto, i pro,blemi che ne derivano·, i mo-di più adeguati per affrontarli, che è appunto quello che, nelle concrete condizio,ni storiche i11 cui operiamo, q11est'oggi d·obbiamo· fare. I vent'anni che oggi si chiudo,no so,no stati dominati nel Mezzogiorno·, oltre e più che dalla politica dell'intervento straordinario, dagli effetti indiretti della rapida trasformazione •dell'economia italiana ed europea. Con la struttura economica e sociale di un paese esclusivamente agrario, nel quale del tutto, irrilevanti erano ancora nel 1950 i nuclei della moderna industria, il Mezzogiorno, investito dalla dinamica del rapido sviluppo industriale del rin1anente paese, dell'intera Europa, ha visto -- come tutte le società agrarie, in cui processi di questo genere si manifestano, co-me la rimanente agricoltura di tutta l'Italia - sconvolto dalle radici il mediocre, miserabile ma a suo modo solido e stabile sistema eco·nomico, nel quale era in precedenza vissuto. I fenomeni della rapida disgregazione del siste1na agrario tradizio,nale hanno, perciò, avuto, il sopravvento, hanno, dominato e dominano la scena della società meridionale, fino al punto da costituire essi stessi nuovi ostacoli per gli inversi processi della crescita - inevitabilmente lenta in una economia di mercato capitalistico come la nostra è stata ed è - di un diverso sistema economico di tipo industriale: I feno,meni li conosciamo tutti: la tragica emigrazione al Nord ed all'estero di 3-4 milioni di meridionali - non siamo nemmeno in grado di determinarne esattamente \ il numero -, la crescita in gran parte fittizia dei capoluoghi di provincia I e di pochi centri maggiori, il precario sviluppo •delle attività terziarie, I l'accumularsi inutilizzato dei giovani provvisti di inconsistenti titoli di studio e così via. ·Un giornale non sospetto, il « 24 Ore » di Milano, poteva così scrivere alcuni giorni or sono : « Di certo si sa solo questo : in tutta l'area del Mezzogio,rno, da Latina fino al Capo Teulada, co,mprendendovi anche Sicilia e Sardegna, solo il 40 per cento della potenziale popolazione attiva ha 11n'occupazione a carattere continuativo, cioè percepisce un salario· regolare ». • Quarant'anni or sono Antonio Gramsci definiva il Mezzogior110 una grand·e disgregazione sociale. La frase resta valida oggi - no,n possiamo e non dobbiamo nasconderci il viso per non guardare la realtà - ma in un senso co·mpletamente diverso da quello ,di allora. La società meridionale non è più, come egli la descriveva, « un grande blocco agrario costituito di tre strati sociali, la grande massa contadina, amorfa e di104 Bibiiotecaginobianco
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