Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

Industria e industrializzazione in Campania il ramo della costruzione dei mezzi di trasporto. Difatti accanto a produzioni nuove ed innovative, come la costruzione di autoveicoli ed aeromobili, ci si imbatte anche in produzioni in forte crisi, come i cantieri navali e le costruzioni di materiale ferroviario. Inizieremo proprio da queste ultime, cioè dai quattro cantieri navali e dalle cinque officine ferroviarie esistenti. I cantieri navali costituiscono tuttora un'attività di notevole dimensione in Campania. Strutturati intorno a due unità di grosse dimensioni (la Navalmeccanica di Castellammare di Stabia e la S.E.B.N. di Napoli), anche in Campania essi attraversano un momento di crisi e di ridimensionamento, soprattutto per lo scarso livello di produttività in confronto delle industre cantieristiche estere. Allo stato, il piano di riorganizzazione dell'Italcantieri prevede due sole iniziative per la Campania: miglioramento tecnologico e produttivo dello stabilimento di Castellammare dì Stabia, da specializzare in costruzioni di medio tonnellaggio, sia passeggeri che militari, e per naviglio speciale, quali navi portacontai11ers e traghetti; realizzazione di un grande bacino di carenaggio per aumentare l'efficienza e la competitività del porto di Napoli e delle attività marittime connesse. Come si vede, si tratta di un ramo ove non sono pensabili, nel breve e nel medio periodo, sviluppi notevoli, fatta eccezione per la cantieristica minore legata al turismo ed alla nautica da diporto. Il secondo ramo in crisi è quello della costruzione e riparazione di materiale rotabile ferro-tranviario. Si tratta di produzioni fortemente presenti in Campania co11 cinque unità locali. di medie dimensioni (Aerfer di Pozzuoli, C.M.I. e Avis di Castellammare di Stabia, Officine Meccaniche Casertane e Officine Fiore di Caserta), che occupavano al 1961 quasi il 10% dell'intera occupazione a livello nazionale. Dopo il 1961 le tendenze alla riduzione dell'occupazione riflettono non tanto deficienze strutturali proprie delle aziende citate, quanto le difficoltà in cui opera il settore nel contesto industriale dell'intero paese. A ciò si deve aggiungere un eccesso di produzione, proprio nel Mezzogiorno, dove le recenti iniziative dell'O.ME.CA. a Reggio Calabria e della Ferrosud a Matera, hanno finito con il rompere il già precario equilibrio. In tale settore la tendenza alla riduzione di occupazione dovrebbe fermarsi, nella misura in cui il processo di ristrutturazione comincia a diventare un processo di riconve~sione. È il caso della vecchia IMAM-Aerfer che ha modificato la propria ragione sociale i11Aerfer Industrie Spaziali Meridionali, aggiudicandosi notevoli commesse civili e militari nel settore aerospaziale. . Diverse, come si è accennato, sono le prospettive di crescita dei 99 Bibiiotecaginobianco

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