Nord e Sud - anno XVIII - n. 138 - giugno 1971

Argomenti di lavoro, di riduzione del divario tra redditi agricoli e non agricoli, di ripartizione territoriale dei posti di lavoro da creare 11ei settori industriali del Mezzogiorno 18 • Mediante questa politica si sarebbe giunti quindi a una riduzione dell'espatrio· delle forze di lavoro: per il 1966-70 si prevedeva un flusso 1di 300.000 emigrati e « nel corso del prossimo decennio » la scomparsa del fenomeno emigratorio. Dietro parere del CNEL, si proponeva una politica di assistenza agli emigrati per tutelare « i loro diritti relativi al rapporto di lavoro, al trattame11to previdenziale e sociale, attraverso l'azione comunitaria nell'ambito della CEE e mediante accordi bilaterali con i paesi interessati » 19 • Nel Programma veniva stimato a 850 miliardi di lire l'ammontare delle rimesse per il periodo considerato. Ora, tenendo presente l'entità della somma, appare chiara l'inadeguatezza degli obiettivi fissati dal Piano per l'emigrazione; nulla veniva detto sugli « investi1nenti a scopo sociale a favore dei lavoratori italiani all'estero e dei loro familiari » 20 • In altri termini, ci si limitava a programmare l'assistenza in materia di previdenza sociale e contratti di lavoro, ma non si prendeva in considerazione il problema dell'assistenza sociale, culturale e morale del cittadino italiano nel paese di accoglimento. 10. Per facilitare una n1igliore politica assistenziale si introdussero, sempre nel 1967, due innovazioni. La prima riguardava l'an1pliamento dei compiti della Direzione Generale dell'Emigrazione, cl1e divem1e Direzione Generale dell'Emigrazione e dgli Affari Sociali. La sco11da consisté nella creazione del Comitato consultivo degli Italiani all'Estero. Queste misure rientravano nella ristrutturazione d·ell'Amministrazione degli Affari Esteri. La Direzione Generale dell'Emigrazione e degli Affari Sociali nasceva nell'esigenza, maturatasi nel tempo, di coordinare i priblemi più strettamente legati al controllo dell'emigrazione, con le. questioni più specificamente sociali che si ponevano per l'emigrante. Così, accanto alle trattative bilaterali, in ordine a taluni problemi, con Stati, Enti e Organizzazioni Internazionali, accanto alle attivita consolari, ai negoziati e agli accordi internazionali in materia di emigrazione, la Direzione Generale dell'Emigrazione e degli Affari Sociali aveva com-. petenza anche in materia di politica socia!~ internazionale, curava studi sulle comunità italiane all'estero, si occupava della tutela, compresa quella scolastica, dei cittadini espatriati, del!'assistenza prima e durante 1s Legge cit. art. 3. 19 Legge cit. art. 41 ultimo capoverso. 20 VITTORIO BRJANI, op. cit. Bibiiotecaginobianco 81

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