.. Giuliana Martirani uffici di ricerca e di contrattazione, stabilendo ~apporti con enti internazionali di finanziamento, sollecitando iniziative locali, smuovendo ostacoli, favorendo esperimenti » 9 • Per la prima volta si aus.picava l'espatrio di forze di lavoro più qualificate: « Noi abbiamo esuberanza non solo di forze manovali, ma anche tecniche e professionali. Noi abbiamo bisogno di questa espansione ...; biso,gna fare uno sforzo per fare studiare le lingue ... adattare a questa emigrazio11e le nostre scuole, i nostri corsi di perfezionamento » 10 • Così affermò De Gasperi nello stesso· Co·ngresso. Ed è appunto in base a queste nuove esigenze che si creò (con D.M. del 26 dicembre 1946) la Direzione Generale dell'Emigrazione e delle Relazio·ni culturali, che prese il posto della Direzione Generale degli italiani all'estero. Poco prima, in seguito allo sdoppiamento del Ministero dell'Industria Commercio e Lavoro, era nato il Ministero rdel Lavoro e della Previdenza sociale, tra i cui compiti c'era anche quello dell'avviamento del lavoratore all'estero. Allo scopo di coordinare i vari Ministeri interessati all'Emigrazione, si creò poi un organo, permanente, il CIR-Emigrazione. Infine, accanto alle misure governative, sorse, ad iniziativa delle ACLI, un Patronato, degli emigrati con compiti di assistenza soprattutto nella prima fase dell'espatrio. Ancl1e la Chiesa fu presente in questo sforzo : alle dipendenze della Commissione Episcopale Italiana (creata dalla Conferenza Episcopale Italiana) e sotto la direzione dell'Ufficio Centrale per l'Emigrazione Italiana (UCEI) venne, infatti istituito in ogni Diocesi un. Comitato Diocesano per le migrazioni, da cui dipendevano sottocomitati parrocchiali 11 • · Risulta così evidente che l'esigenza di una programmazione emigratoria cominciava ad essere sentita a più livelli. Molti i problemi da risolvere nell'Italia del dopoguerra; il ricorso all'emigrazione costituiva, ancora una volta, una sorta di valvola di sicurezza. Bisognava ricostruire l'economia italiana, bisognava industrializzare il paese. E bisognava fare in fretta, sfruttando le più propizie condizioni -locali e avvalendosi delle forze di lavoro più preparate. Così il Sud finì per essere automaticamente estromesso dal processo di ricostruzione. Alla manodopera calabrese o pugliese si chiedeva un solo servigio : quello di andar via. 8. Nel programma economico a lungo termine per il qua·driennio 1948/49-1952/53 il problema della emigrazione italiana veniva posto come problema-chiave per la soluzione dello squilibrio esistente tra i paesi 9 III Congresso Nazionale della D.C., Relazione dell'on. Rumor sulle « Necessità vitali del popolo italiano». 78 10 III Congresso Nazionale della D.C. 11 VITTORIO BRIANI, op. cit . Bibliotecaginobianco
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