Nord e Sud - anno XVIII - n. 138 - giugno 1971

.. Giuliana Martirani fasi della politica emigratoria come si è venuta configurando da quel lontano 1901 al 1967. 2. Il sollievo con cui, nei primi anni del 11ostro secolo, in Italia si gL1ardava alla partenza de1le fo,rze di lavoro, ap·parve in tutto il suo crudo realismo in uno scritto di Luigi Einaudi 1 nel quale veniva esaltato il co,raggio dei nostri « coloni ardimentosi » che << fuggendo dall'inclemente suolo, d'Italia e dai salari ·della fame» e rinunciando· ad ingro,ssare « la folla grigia degli adoratori d·ei quattrini pochi ma sicuri » si riversavano sui territori d'America con il cuo·re triste per l'amarezza, ma gonfio di speranza e « fidenti nella vittoria futura ». E così assistemmo a quel grande esodo che si concretizzò nel 1913, anno di maggiore emigrazione, nell'assurd·a quanto allarmante cifra di 900.000 italiani che abbandonarono la madrepatria. L'Italia, impegnata sui più disp·arati ·fronti di una vita nazionale così giovane e così problematica, accolse questo grosso fenome110 d·ell'emigrazione come una valvola di sicurezza per per combattere e quindi ridurre l'alto tasso di disoccupazione nazionale. Ma quale tutela aveva l'emigrante-colono in questa fase pionieristica del fenomeno? 3. Ad inquadrare per la prima volta l'emigrato nella sua reale dimensione di lavoratore all'estero furono i socialisti. E il primo a sentire una interdipendenza tra emigrazione e movimento operaio fu Arturo Labriola. Nel 1902 « l'Avanti! » riportando una corrispo·ndenza dal Vermont (U.S.A.) 2 , affermava tra l'altro che « l'ignavia e la tristezza di molte popolazioni d'Italia sono dovute al malgo-verno delle clientele locali e alla complice acquiesce11za ·dello Stato·, e che l'indirizzo d·ella nostra politica estera è fondamenta~rr1ente errato, perché do·vrebbe rivolgersi alla protezio•ne dei milioni di italiani sparsi per il mondo ». A questa denuncia, che per la prima volta dimostra una reale comprensione del problema, seguì nel 1903 il 1 ° Co·ngresso nazionale per l'Emigrazione. In quella sede venne accolto l'ordine del giorno Cabrini, che fissava alcuni punti fondamentali: l'esigenza. di una organizzazione professio-nale come miglioramento delle condizioni economicomorali-intellettuali del lavoratore, la necessità che l'emigrante si iscrivesse ai Sindacati professionali nei paesi di accoglimento, l'importanza 1 LUIGI EINAUDI, Un principe rnercante. Studio sulla espansione coloniale, Torino, F.lli Bocca Editori, 1900. 2 VITTORIO BRIAN!, Il lavoro italiano all'estero negli ultimi 100 anni. Italiani nel mondo. Roma 1970. 72 Bibiiotecaginobianco

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