Argonieriti che « nessuno potrà in primo luogo negare che la temperatura sia piu favorevole al Mezzogiorno che al Settentrione ... inoltre 1nentre nel Nord dura a lungo il riposo invernale della vegetazione per il freddo intenso, . in buona parte del Mezzogiorno la temperatura è sempre così elevata da permettere che il ciclo vegetativo continui senza la necessità di quel riposo ... nel Mezzogiorno poi molto meno dannoso riesce anche quell'altro inclemente fenomeno meteorologico che è la gran·dine ... In ultima analisi perciò l'unico elemento cUmatico sfavorevole nel Mezzogiorno è la scarsa umidità, il quale per altro viene spesso esagerato ». Per Maranelli dunque il problema non è quello di « aumentare la quantità annua della pioggia», poiché « nessuno è così stolto da pretendere l'impossibile », ma consiste essenzial 1mente nella migliore utiliz• zazione di « quella della quale si d•ispone ». Ma, sembra ribattere Eugenio Azimonti 4, « piano, signori rr1ieil L'acqua per irrigare, dove trovarla, se non ci sono siste1ni montuosi e boschivi che la accumulino e poi la distribuiscano per mezzo di fiumi, se non cade dal cielo, oppure se appena caduta sfugge a grandi profondità e non c'è più convenienza economica ad andarvela a cercare? ». È abbastanza facile osservare che tra pessimismo ed ottimismo la verità sta nel mezzo. Ed è anche giusto: il punto di partenza è quello di Giustino Fortunato e Azimonti, 1na la conclL1sione deve essere, oggi, quella di Maranelli, nel senso che le condizioni geografiche non so110 più determinanti ai fini ct·ello sviluppo economico del Mezzogiorno. Nel Mezzogiorno, dunque, l'acqua è scarsa in assolL1to: in media nel corso di un anno cadono circa 876 millimetri di pioggia, prevalentemente invernale e autunnale, mentre nell'Italia centro-settentrionale ne cadono 1064, « equamente » distribuiti nel corso dell'anno; la so1 mma delle portate medie di tutti i fiumi del Mezzogiorno a sud del Tronto (compreso) e del Tevere (escluso) è di circa 800 metri cubi al secondo, 1nentre quella dei corsi d'acqua a nord di questo confi11e è di 2700; i due terzi ,di tale portata sono forniti nel Mezzogiorno da soli quattro fiumi, il Pescara, il Garigliano, il· Volturno e il Sele; scarse, ancora, sono le sorgenti utilizzabili per la alimentazione degli acquedotti: esse mancano o non sono completamente reperite in Puglia e nelle isole,. mentre ricorrenti periodi di siccità riduc_ono notevolmente anche la portata, di solito abbondante, delle sorgenti alimentate dai massicci calcarei dell'Appennino ce11tro-meridionale 5 • 4 E. AZIMONTI: Pregiudizi e realtà in «L'Unità» del 25 maggio 1912; ristampato nel volun1e Il Mezzogiorno agrario qual'è, Laterza, Bari, 1919, Nuova Antologia ... cit. 5 Sorgenti relativamente abbondanti sono concentrate nelle parti alte dei bacini dell'Appennino fino al S~le per il versante tirrenico, e fino al Biferno per quello Adriatico. · 59 Bibiiotecaginobianco
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