Vittorio Barbati blico·; e che, in primo luogo, non esista un, orientamento preciS!o sul tipo, di or~ganizzazione statale da adottare. Ora, ai fini •della politica eco·no,mica (e non solo della politica economica!), si può p1 arlare di uno Stato accentrato 1 re o di uno Stato decentratore; o, ancora, di uno Stato, che si dedichi a indirizzare, a coordinare ed a co.ntro1llare le attivi:tà econo·miche pubbliche e private, o di uno Stato che si impegni a svolgere, direttamente o indirettamente, una parte più o meno ampia di tali attività. È sorprattut,to un pro,blema di organizzazio,ne, ed è un pro1 blema che va risolto mettendo da parte le astrazio·ni d·ottrinarie. Molto, probabilmente la soluzione migliore, con\siderando le positive esperienze compiute con il sisitema delle partecipazioni statali, po-- trebbe essere quella di uno Stato, coordinatore e programmatore, che affidi ad altri orga,nismi - le cosiddette « Agenzie » 1 - i co,mpiti diretti d•i pro,duzio 1 ne di beni e servizi. Al limite, almeno per quanto riguarda la co·ndo.tta dell1a politica economica, •si potrebbe ipotizzare un;'organizzazione statale costituita soltanto, da organi di programmazione, di coordinamento e di controllo,, e quindi uno Stato· che delegherebbe ad altri organi - ad esempio•, alle Regioni ed agli enti territorriali minori - le sue funzioni amministrative, attribuend·o, nello stesso tempo· - con meccanismi simili a quelli delle partecipazio,ni statali - le sue funzioni econo,miche alle citate « Agenzie ». _ Naturalmente, questa nuo,va visione dello Stato non può essere considerata attuale. Per giungere ad un'organizzazione del genere occorrono parecchi anni : è necessario, fondare su basi nuove la selezione e la formazione del personale, trasformare o sostituire le norme che regolano le attività statali, ristrutturare i meccanismi o,rganizzativi, stabilire nuovi rap,porti fra gli organi di co·ntrollo interni ed esterni all'amministrazione attiva. Ap1 puntoJ considerando, la complessi,tà di un'opera del genere, si deve ritornare a quanto si è soistenuto p1rima sull~ necessità di ipotizzare due direttrici di azione conco,mitanti, destinate a fondersi quando 1 La questione delle « Agenzie » è una questione sulla quale si ritorna frequentemente nel nostro paese. Il proble1na, però, non sembra venga posto sempre nei termini esatti. In realtà, sia pure con denominazioni diverse, le «Agenzie», che vengono prospettate come innovazioni da introdurre, esistono già, nel nostro come in altri paesi, se ci si vuol riferire ad organismi, dotati di personalità giuridica pubblica, che svolgono, per delega e per conto dello Stato, particolari attività. La Cassa per il Mezzogiorno, gli Enti di sviluppo, le Aziende autonome dello Stato, gli Enti delle partecipazioni statali, l'ENEL, il CNEN, il CNR, eccetera, sono già in effetti delle « Agenzie », basate su formule giuridiche ed organizzative diverse, in rapporto alle differenti esigenze che devono soddisfare. 54 Bibiiotecaginobian.co
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