Nord e Sud - anno XVIII - n. 138 - giugno 1971

.. Italo Talia di Leonarido Sacco1 (Nino D'Agostino, Evitare un'Università di quarta serie, « Basilicata» n. 2, 1970), avanzando 110n poche perplessità sia in ordine alle facoltà da istituire che alla localizzazione prescelta. Per quanto riguarda le prime, si poteva pensare - scrive « Basilicata » - « ad esempio, all'istituzione della facoltà di geologia: è noto a tutti che la Basilicata ha il primato in materia di frane, smottanti, erosio 1 11i; una facoltà di geo1ogia avrebbe, dunque, non soltanto la materia p,rima da analizzare, ma potrebbe dare anche dei risultati operativi su scala regiona,le ». Inoltre, « altre facoltà da insediare potrebbero essere quelle di medicina e di scienze econo,miche. La domanda ,di medici e di esperti nel campo economico, è in fo,rte aumento e lo sarà sempre pit1 in futuro; aggiungasi che si sta costn1endo l'ospedale regionale che, date le enormi attrezzature di cui dispone, pot~à avere una sufficiente utilizzazione, solo se sarà agganciato all'università». Per quanto riguarida le seconde, e cioè le perplessità relative alla localizzazione dell'1miversità, va detto - affern1a sempre « Basilicata » - che « Potenza ha dei limiti obiettivi. Innanzi tutto ha pro,blemi di spazio. La ·politica territoriale in Basilicata è stata ed è caratterizzata da una netta concentrazione nel capoluogo regionale, sia ·del,le opere, sia degli interventi settoriali. Di volta in volta, a giustificazione degli interventi, Potenza è ritenuta idonea per iniziative industriali, agricole, viene considerata città di servizi, centro commerciale, perfino centro turistico. Tutto questo ha provocato una montagna di iniziative che non si sono tradotte in reali vantaggi per la città, a causa della speculazione edilizia che ha fatto di Potenza una città disumana ed inabitabile ». L'articolo p1 rosegue osservando che « si de-- vono costruire scuole e nuovi uffici»; che « a s~guito dell'istituzione dell'Ente Regione esiste il problema dell'espansione edilizia, nuove o:pere pubbliche sono in corso di realizzazione (l'aereoporto, il già menzionato, ospedale regionale)»; e che, infine, (< il pro,getto per l'istituzione dell'università in Calabria prevede l'utilizzazione di oltre 100 ettari, ossia qualche cosa in più dei terreni su cui è insediato 1 l'intero nucleo industriale di Potenza. Si tratta di una enorme superficie che non è reperibile, in ogni caso, a Potenza. Nell'ipotesi che si voglia localizzare con sollecitu 1dine (qualcuno dice l'anno venturo) l'università nel capoluogo, ci dovremo rassegnare, ad esempio, ad avere una facoltà in un'aula del palazzo prefettizio, o in qualche vaida fatta e vada realizzata in tempi brevi. Esistono, dunque, molti e grossi probl,emi da risolvere, pericoli da scongiurare, errori da evitare. Ma non vi è dubbio: l'università in Basilicata va fatta e va realizzata in tempi brevi. In questo senso, la proposta dei senatori lucani deve essere portata avanti senza remore e senza riserve del tipo di quelle cl1e oggi incontrano o possono incontrare gli onn. Piocoli ed Elkan per aver vo.Juto l'università a Trento. Altrimenti avremmo il solito proliferare di « libere università», a Potenza come a Matera, o, fuori della regione, a Foggia come a Taranto. Ed allora in Basilicata, co1 n1e nelle regioni finitime, la scelta spontanea sareb,be quella, deleteria e •Campanilistica, della « via abruzzese » all'università . 42 Bibiiotecaginobianco

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