Nord e Sud - anno XVIII - n. 138 - giugno 1971

Italo Talia sari), vi sono tre regioni che non hanno, come: è noto, sedi universitarie: la Calabria, il Molise e la Basilicata. Vero è che per l'Università in Calabria si sono compiuti notevoli passi in avanti proprio in questi ultimi tempi (si è ·deciso per la sua localizzazione a Cosenza e si sono costtiuiti il Comitato scientifico ed il Comitato tecnico-amministrativo), e soprattutto, dopo una battaglia durata vari anni, è stato scongiurato il pericolo presente nella prima proposta di legge (ohe, come affermava il Comitato di Studio dei problemi dell'Università Italiana, prevedeva « un sem1 plice luogo di esami per giovani destinati in gran parte al sottoproletariato intellettuale, un comodo campo di mano 1 vra per le varie ' scuole ' accademiche, un angolo tranquillo per professori e assistenti arrivati fortunosamente in n1olo, una sede minore a disposizione di piccole ambizioni da soddisfarsi con un incarico universitario, un trampolino di lancio per un professore giovane e valente che, per un anno o due, in attesa di una cattedra di maggior presti 1 gio, avrebbe accettato 1 .di tenervi qualche lezione o di presiedere a qualche sessione d'esame»). Per il Molise e la Basilicata, invece, si è ancora ai primi p1 assi. Primi passi che, per quanto riguarda la Basilicata, possono essere riassunti nelle affermazioni generali contenute nella legge cli riforma universitaria di recente approvata dal Senato ed in 1m 1disegno di legge di iniziativa ,dei senatori lucani Morlino, Scardaccione e Verrastro, quest'ultimo attualmente p,residente ,della Regione. E ci sembra che - almeno al livello delle buone intenzioni - nel disegno di legge per l'istituzione dell'università lucana, si tenta di evitare quei pericoli di cui si diceva a proposito della originaria proposta per la creazione dell'università calab·rese; da questo punto di vi1~ta si può anzi affermare che non sono trascorsi inva110 dieci anni di dibattito politico-culturale sui problemi e sui mali dell'Università in Italia e sulla funzione che essa deve assumere nel l\1ezzogiorno .. Si propone, infatti, di creare un'università di tipo residenziale (il modello è quello calabrese) con le facoltà di scienze agrarie, scienze forestali, scienze matematiche, fisiche e naturali, scienze sociali, ingegneria, lettere e filosofia. La sede dovrebbe essere Potenza; è prevista, però, la possibilità di istituire dipartimenti e facoltà in sedi ,diverse, come il Metapo 1 ntino, dove, a detta dei senatori p·roponenti, « la presenza di facoltà universitarie può contribuire a qualificare sul piano tecnico e scientifico lo svilup 1 po economico ed in cui la presenza del centro universitario riuscirebb,e di grande utilità anche alle popolazioni della limitrofa fascia jonica tarantina». Ma è necessaria al1la regione una struttura universitaria? e quali sono le motivazioni che sono o possono essere alla base della pro1posta di legge? Non vi è dubbio che la risposta al primo interrogativo debba essere affermativa, poiché, come affermava anni addietro Ernesto Mazzetti sulle pagine di questa rivista (Il decentramento universitario, « Nord e Sud», giugno 1966), l'università in Basilicata può conciliare l'esigenza di una equa distribuzione territoriale delle sedi universitarie nel Mezzogiorno, « necessaria e benefica, con la tendenza alla proiliferazio,ne incontrollata delle iniziative 40 Bibiiotecaginobian.co

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