Giornale a più voci più pellicole con i,mma.gini ottiche, ma nastri magnetici, sul tipo di quelli usati comunemente dai registratori per incidere il sonoro, lettore-regi,stratore da e verso u·n normale televisore, e il tutto,, ad un prezzo molto vicino a quello dell'E.VR. Inoltre, mentre le pellicole EVR non sono registrabili privatamente, data la loro complessità teonica, i1 l lettore-registratore olandese permette, oltre che di inviare immagini ad un televisore, di registrare direttamente dal televisore tutto quello che l'utente desidera. Una ·caratteristica di non scarsa importanza, dunque, che com.p1 rometteva il successo della Ciba-Ilford e delle sue associate in questa impresa, la Columbia Broadcasting System e la Imperia! Chemical Industries. La Philips sembrava poi essere riuscita a raccogliere attorno alla sua « videocassetta normalizzata » una larga partecipazione ,di case europee, AEG-Telefunken, Revox, Lenco, Thorn, Grundig, Blaupenkt e sap·rattutto, per quello che ri,guarda il mercato europeo, la giapponese Sony. No,n era difficile a questo punto prono,sticare per la po•derosa holding nippo-euro 1 pea una ,schiacciante vittoria sui rivali d'oltre Manica. Nel contempo, a lato di questa battaglia, andava esplodendo una battaglia non meno titanica. L'editoria mondiale non poteva restare fuori da una simile rivoluzion,e tecnologica; così nei vari paesi interessati alla nuova scoperta aveva inizio una vera e prop,ria corsa all'accaparramento dei diritti per lo sfruttamento dei sistemi audiovisivi. Mondadori e Rusconi fanno loro per l'Italia il ,sistema Philips, in Francia l'editore Hachette, spalleggiato dalla Banca di Parigi e dei Paesi Bassi, abbraccia la caiusa dell'EVR, i,n Germania sembra spuntarla decisamente la Philips. Ma tutto questo avveniva nel 1969, e due anni non sono pochi iin un settore di rapide decisioni e di rapidi cambiamenti come quello dell'industria elettronica. Nelil'aprile del 1971, a Cannes, in occasione della Prima Mo1stra Mercato delle Video Cassette, il VIDCA, si tirano le prime somme ,di questi due anni di battaglia. Accanto alle « videocassette » si è andato sviluppando un altro tipo di apparecchiatura per la registrazione video, di carattere decisamente specialistico e p,rofessionale: i « registratori a bobina aperta ». Su questo ten1a i fabbricanti non hanno trovato difficoltà per arrivare ad. un accordo per la standardizzazio•ne, e si sono acco~dati su nastri di 1/2 pollice, il cosiddetto « standa:rd internazionale tiJpo I », che è usato comunemente da tutte le stazio,ni televi 1 sive, nonché dalle in,stallazioni TV a circuito cl1iuso. ormai comuni negli Stati Uniti. Una politica completamente diversa è stata invece adottata dalle case per quanto riguarda la produzione delle « cass~tte », al contrario di ciò che si saTebbe creq.u to agli inizi del 1969. Al VIDCA, gli accordi della Phiiips con le altre case europee sembrano aver segnato il passo, ed .ancora non si è arrivati a ri•sultati concreti, così come completamente ·sfumati sono gli accordi col gruppo Sony, che a Cannes aveva presentato un suo standard per nastro da 3/4 di pollice. 37 Bibiiotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==