,I Lo sviliLppo su ordinazione organismi cl1e operavano nel Mezzogiorno, avrebbe consentito di penetrare subito, in modo capillare, nell'apparato produttivo e nel tessuto sociale e se l'azione fosse stata accompag11ata da una più sicura conoscenza dell'ambiente e da un disegno organico di linee lungo le quali intervenire (lasciando cadere, cioè, tutto quello che era irreparabilmente compromesso e superato, ma alimentando direttamente e . tempestivamente tutto ciò che poteva e doveva rimanere utilizzato), si sarebbero individ11ati per tempo i canali utili per iriserire l'intervento con risultati forse più proficui di quelli che si sono, invece, raccolti. L'adozione di presupposti astrattamente efficientisti ha portato a fare affidamento unicamente su ciò cl1e era « più nuovo » e « pit1 grande » ad ogni costo, e quello che poteva essere un ottimo e necessario coadiuvante ha finito col prendere il posto dell'intera terapia. Sta di fatto, comunque, che i problen1i sopra delineati non possono ora costituire materia di i11ter,,ento da parte di un solo organo o e11te, specie se opera11te a distanza. È tutto il contesto istituzio11ale che deve muoversi jn una certa direzione: dagli organi della pro-- grammazione, nel cui ambito dovrebbero trovare più adeguato chiarimento gli indirizzi settoriali dello sviluppo produttivo, alle istituzioni della ricerca, che dovrebbero trasmettere agli organismi interessati il materiale conoscitivo necessario a determinare le scelte applicative alla produzione. 111questa attività di orientarnento generale, si dovrebbe poi innestare quella di raccordo con il mondo produttivo, attraverso la presenza e l'attività di istituzioni ido11ee, per un verso, ad alimentarsi sugli aggior11amenti e l'attualità degli indirizzi da seguire e, per l'altro, a trasmetterli mediante una concatenazione di gangli efficie11ti, direttamente alle sfere operative. Per le materie di stretta competenza aziendale (consulenza amministrativa, finanziaria, gestionale e tecnica) si dovrebbe i11oltre contare su nuclei ben attrezzati e di sicura competenza ed esperienza. Il resto dovrebbe venire da un concerto di iniziative da parte di organismi locali, soprattutto regionali. In questo ambito è bene che le regioni rivendichino propri compiti, senza attardarsi a reclamare poteri in materia di scelte settoriali che non competono ad esse: non debbono infatti realizzare una « loro » i11dustrializzazione, m4 cercare di inserirsi con autorità in quella « unica » industrializzazione che effettivamente si realizza, per trarne i migliori effetti sul piano regionale e quindi cercando di predisporvi adeguatamente il tessuto produttivo locale. In u11periodo nel quale gli indirizzi della industrializzazione del 27 Bibiiotecaginobianco -
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