, . . Partiti e sindacati tere di interdizione. Né si può dire che ad un senso del limite siano stati capaci di attenersi i partiti che più di tutti avrebbero dovuto attenervisi, sia nei confronti della destra economica, sia nei confronti della sinistra sindacalistica, come senso degli interessi generali. Ora noi non dovremmo dimenticare le ragioni per le quali abbiamo ritenuto che si dovesse programmare lo sviluppo economico. Volevamo realizzare un efficace controllo delle oscillazioni congiunturali· e modificare il meccanismo di sviluppo onde non avessero a derivarne squilibri sempre più gravi e si potessero invece correggere squilibri già provocati o ereditati dalla storia e dalla geografia del nostro paese .. Ma constatiamo oggi di non essere riusciti a controllare le oscillazioni co11giunturali e di avere manomesso il nostro meccanismo di sviluppo. C'è, evidentemente, a questo proposito, anche una responsabilità dei partiti e dei sindacati: anche una responsabilità dei partiti di non aver fatto valere le regole della programmazione nei confronti dei sindacati; anche una responsabilità dei sindacati di avere premuto sui partiti, e quindi sui governi, disordinatamente e senza tener conto delle regole della programmazione. In altri termini, non c'è stato finora uno sforzo coordinato e coerente per un'adegt1ata accumulazione delle risorse e per una distribuzione di queste risorse, e degli investimenti, che risulti conforme all'esigenza di industrializzare il Mezzogiorno, di creare nuovi posti di lavoro, di costruire case, scuole, ospedali. Si è operato, anzi, sia per colpa dei sindacati che per colpa dei partiti, in senso palesemente opposto rispetto a questa esigenza. È quindi lecito considerare poco più o poco meno di un alibi meridionalistico sia certi discorsi dei partiti a proposito della priorità che all'impegno per il Mezzogior110 e nel Mezzogiorno deve essere riconosciuta nella politica di piano, sia i raduni nei quali i sindacalisti proclamano la mobilitazione dei cuori per il rilancio della politica di sviluppo del Mezzogiorno. È lecito, cioè, affermare che l'impegno meridionalistico sarebbe credibile soltanto nella misura in cui si fosse già manifestata una volontà di intendersi fra partiti politici, sindacati operai, centri imprenditoriali: di intendersi sulla coerenza fra azioni cl1e si intraprendono ed obiettivi che si vogliono avvicinare. Questa intesa, d'altra parte,. non può essere cercata che intorno al .tavolo della programmazione, inventariando le risorse disponibili e discutendo del modo migliore di assicurarne una distribuzione conforme alle esigenze riconosciute prioritarie. Se poi non ci si volesse intendere, la programmazione.non sarebbe possibile; e 13 Bibiiotecaginobianco
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