La Regione ed i trasporti Siamo sicuri che quella odierna rappresenterà una rinnovata occasione di realizzare un aperto confronto di idee e di pro·positi per consentire la maturazione di una larga adesione di consensi. Ciò sarà possibile nella misura in cL1i si manifesterà la volontà di valutare lo schema di decreto delegato per quello che realmente a noi sembra cl1e sia: a volte lesivo e, comunque, fortemente limitativo dell'autonomia regionale. Il Consiglio Regionale saprà condurre sul documento un esame sereno, equilibrato, senza pregiudizi, inteso a proporre valide e costruttive alternative, capaci di colmare le lacune, i vizi, le riserve esistenti e che sono in11egabili. D'altro canto, a nOlstro avviso, i11 questa co·me in tutte le occasioni del genere, non ci si può 111uovere su una strada generica,mente protestataria, senza sbocchi. Occorre, i11vece, contribuire alla formulazio11e di osservazioni che indichino una linea conseguentemente riformatrice, volta ad identificare con cl1iarezza le funzioni amministrative da trasferire, le attribuzioni degli organi, le risorse finanziarie, il passaggio degli uffici e del relativo personale. In questo quadro non può trovare collo~ cazione, peraltro, ogni co11cezione di pan-regionalismo o·ppure di regionalismo aL1tarchico e protezionista. Entrambe risulterebbero economicamente e politicamente arretrate. In definitiva la Regione deve cl1iedere con insistenza e con urgenza cl1e lo Stato, attravrso i propri organi, faccia per la sua parte il proprio dovere fino in fondo, così come sono tenute a fare, per parte loro, le Regio·ni. MARIO DEL VECCHIO 127 Bibiiotecaginobianco
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