Nord e Sud - anno XVIII - n. 138 - giugno 1971

Pasquale Saraceno un'azione, le cui modalità erano, è vero, t~tte da determinare, ma che in ogni caso richied·eva di essere condotta in modo conseguente per un lunghissimo periodo di tempo. Si volle dai fo1 ndatori che la nuova Associazio·ne non chiedesse contributi allo Stato; operan,do esclusivamente con risorse fo,rnite volontariamente da enti e da imprese, essa, oltre che godere di un massimo, di autonomia, si sarebbe presentata anche come una manifestazione di solid·arietà nazionale. La risposta data all'iniziativa fu quale più larga non si poteva immaginare; il primo bilancio della SVIMEZ poté contare su un totale di contributi di 48 milioni di lire, pari a 106 milioni odierni, se si tiene conto del deterioramento della moneta avvenuto •dopo di allora. No•n è poco se si pensa alla drammatica situazio·ne di quel mo·mento. Da quel tempo, però, le risorse fornite dagli associati sono notevolmente diminuite; nel bilancio 1970 es1 se figurano per soli 82 milioni. Se si p·ensa a quanto dal 1947 a oggi è aumentato il red1 dito· nazionale, è facile rendersi conto che la SVIMEZ costituisce o,ggi molto meno che ai pro·pri inizi quella manifestazione di solidarietà nazionale che era nel pensiero dei fondatori. A partire dal 1957 e per un decennio: la SVIMEZ poté però fruire di un contributo della Fondazione Ford; dal 1957 essa riceve anche un contributo dello Stato che ha raggiunto oggi l'importo di 100 milioni di lire. In sostanza è stato necessario anche qui, malgrado la relativa esiguità del fabbisogno, un intervento dello Stato; né va dimenticato che dei contributi degli associati una quota crescente è fornita da enti p•ubblici. *** Il problema meridionale, non è certo inutile ricordarlo in questa occasione, non è oggi meno grave che nel 1946, all'atto in cui l'Associazione venne concepita; qualcuno, con buone ragioni, potrebbe anche sostenere che esso si presenta in termini sia politici, sia economici, più gravi; l'impegno e il ruolo della SVIMEZ rimangono quindi immutati, anche se mortificati d·alla inadeguatezza delle risorse di cui essa può disporre. La necessità di trovare una soluzione alla questione meridioriale, di pervenire fiµal•mente, a oltre un secolo ,dalla unificazio,ne politica del Paese, anche alla sua unificazione economica e sociale è però oggi più diffusamente sentita; questa maggiore sensibilità mi sembra, però, dovuta al fatto che un numero crescente di persone, all'infuori del Mezzogiorno, soffre, come i meridionalisti avevano del resto p·revisto, dell'incredibile protrarsi del pro·blema. 112 Bibliotecaginobianco

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