L'Italia all'alba del secolo XX sqt1al'lido e desolato sul quale compaiono, funerei protagonisti, burocrati, sbirri, legulei da una parte, mendican,ti, pezzenti, denutriti e malati cronici dall'altra. Era l'Italia di allora, come già si è visto nei passi citati del Fortunato e del Nitti, uno dei paesi dotati di più alta peroentuale 1 di delinquenza: enorme la percentuale dei delitti di violenza sulle persone (omicidi, lesio,ni), spiecie nel Mezzogiorno 1 e r1elle Isole, altissima quella della violenza sulle cose (furti, rapine, ecc.). Sembra superfluo rammentare a questo proposito che, mentre l1 a tendenza ai cosiddetti delitti di sangue è indice assai basso di vita civile, l'abitudine e rattitudine al furto non possono essere attribuite soltanto al,la miseria, ma in buona parte alla conformazione psicologica della collettività e degli individui che la compongono. Il « menefreghismo » verso il prossimo - destinato ad assurgere col fascismo a emblema di vita eroica -, questo atteggiamento di bassa asocialità non è che l'aspetto deteriore di uno stato di coscienza, che impJica il mancato rico,noscimento negli al1 tri di una dignità pari alla nostra: come no·n si rispetta la p·erso,nalità, nella stessa mis11ra no-n si rispetta la cosa altrui. Di ciò è una conferma la minore entità e importanza delle forme criminose di indole fraudolenta, giacché la frode è pur sempre indice, negativo fin che si vuole, di un grado di civiltà più elevato: essa postula un maggior rispetto della personalità altrui - e nello stesso tempo della pro 1 pria -, in quanto si attua in u11a gara di astuzia nella quale si misurano due forze, pur se una di esse è già inizialmente soverchiata dall'inganno altrui. Particolarmente sintomatico, di un malcostume radicato è la diffusa e disinvolta oonsuetudine ailla falsa testimonianza, su cui purtroppo, e per ovvie ragioni, le statistiche possono dire poco o nulla. Questo mezzo turpe, volto a danneggiare gli uni per fav,orire g1 li altri, oppure a prendere a ga·bbo la legge, e pertanto, in ulitima analisi, la collettività, ispirato soltanto in modesta misura a n1otivi di lucro, in buo,na parte invece a « bontà di cuo,re », costituisce un segno sinistro della mediocrità n10,ra]e e i11,tellettuale di una collettività, ove la sensibilità elementare e inconsa 1 pevol1nen te utilitaria verso l' « amicizia », va a tutto detrimento· di quel supremo valore sociale che è la solidarietà. L'italiano della vecchia Italia sentiva il legam·e fra 11omo1 e uomo, non sentiva il legame col « gruppo», con la << categoria », con la « collettività »: tutte cose che egli concepiva come astratte e irreali, peggio ancora, come sospette, in1meritevo.Ii quindi di co·nsiderazione e tanto più di sacrificio. · Un altro sinistro indice di arretratezza era costituito dall'analfabetismo. Le statisticl1e di questa piaga sociale sono mortificanti: nel 1896 l'Italia occupava il seco,ndo posto do,po1 il Portogallo e segnava la media 97 Bibiiotecaginobianco
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