Nord e Sud - anno XVIII - n. 136 - aprile 1971

Argomenti compiti affidati ai funzio 1 nari direttivi ed eliminare alcune patenti assurdità: si pensi, per citare un esempio, che una sola persona, attualmente, sovrintende alla co,nservazio:ne delle antichità di una regione come la Campania, che co,mprende, oltre a zone archeologiche di eccezionale imp•ortanza co,me Pompei, Erco,lano, Castellammare, Baia, Cuma, Pozzuoli, Capua etc., un museo, quello nazionale di Napoli, tra i più ricchi del mondo, che richiederebbe, ·da solo, uno staff direttivo di almeno 5 funzionari scientifici. E già che siamo 1 in argomento, no1n possiamo non lanciare un ennesimo appello, pro·prio· per Po1mpei, d1 estinata dall'incuria degli uomini a mo,rire una seconda volta, sepolta non più dai lapilli e dalle ceneri del Vesuvio ma dalle erbacce selvatiche, che aggredisco·no lentamente gli edifici e le mura. La pioggia e le intemperie hanno già quasi cancellato gli affreschi della casa di Q. Caio· Rufo, da poco dissepolta. In mancanza dei 70 milioni necessari 01 gni anno per ripulire l'area degli sca·vi, il Sovrintendente ha accolto, l'offerta di un gruppo di studenti anglosassoni in vaca11za, che, in cambio dell'ospitalità, hanno ripulito la zona dalla vegetazione più minacciosa. I Borboni almeno•, dice Paolo Monelli, la tenevano netta mandandovi a pascolare le pecore ». No,n è davvero possibile lasciar trascorrere altro· tempo: so,no anni d·isastro·si. Lo hanno- sostenuto i professori, i funzionari, gli uomini di cultura. Bruno Molajoli, quando era ancora Direttore generale delle Antichità e belle arti, minacciò di dimettersi olamorosamente dalla carica nel corso d'un'assemblea dell'associazione tra i funzionari direttivi delle Soprintendenze se non si fossero prese misure legislative adeguate a opporsi ai saccheggi spietati dei « tombaroli », a ostacolare in qualche modo la gravissima usura del tempo, a impedire che reperti archeologici di grande valore lasciassero l'Italia. La Svizzera, come disse Molajoli in quell'occasione, o1tre ad essere meta della fuga dei capitali è anche il più grande mercato della refurtiva archeologica italiana. Le asite vi so,no annunciate regolarmente dai giornali. A Lucerna si posso,no registrare marmi, bronzi, terrecotte, vasi, monete: sono milioni e milioni che il nostro paese perde annualmente. Gli uomini di cultura no•n fanno mistero dielle lo,ro preoccupazio,ni e del lo·ro pessimismo•. « Per conto, mio __.:h. a scritto Paolo Monelli su « Ulisse » - ho perduito ogni speranza che il nostro tempo· si dia pre~ mura di questa nostra minacciata ricchezza archeolo,gica. E se spensieratamente· la nostra generazione si ritiene ancora privilegiata di poter ammirare i tempii, le mura, le opere dei nostri antichi, e p-uò risentirsi contemporanea di essi nella dissotterrata Po·mpei, nella scavata Ercolano, davanti ai templi di Agrigento, di Pesto, di Selinunte, ritro93 Bibliotecaginobianco

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