Argomenti Si sono contravvenute tutte le leggi, e tutte le zone di rispetto: in questa zona sacra e nella cinta difensiva greca non si potrebbe elevare nemmeno un muretto, ma nessuno ha tenuto conto del divieto. I contravventori se la cavano co1n pene pecuniarie mai superiori alle 40-50 mila lire. Pagando questa cifra irrisoria essi pensano di avere scontato la loro colpa e vanno avanti nella costruzione abominevole. Se arrivano ordini di demolizione, basta non tenerne co11to. E così into 1 rno a Paestum è sorta una fungaia di case, c'è adesso un paese vero e proprio, con gli uffici, i negozi, le strade, gli stabilimenti industriali, il medico, la levatrice, i carabinieri: i ten1pli sono accerchiati, soffocati, oppressi. Diamo uno, sguardo ancl1e a Roma. Ma cosa facciamo per conservare le testimonia.nze archeologiche e storiche della capitale? Durante il suo celebre viaggio in Italia, Goethe, ammirando, i ruderi imperiali, osservò che gli anticl1i ro,mani avevano costruito per l'eternità, ma non mancò di soggiu11gere con amarezza cl1e quei pro1di non avevano tenuto conto dei « devastatori folli ». Da questo episodio si desume come, un secolo e mezzo fa, il ricordo delle distruzioni edilizie operate ai danni di Roma fosse ancora così vivo da lasciare in ombra il pericolo dell'usura dei seco,li sulle pietre della città e che pure era già fin da allo1 ra molto grave. Per quanto gli antichi romani abbiano costruito tanto solidamente da sfid·are i millenni, la forza corrosiva del tempo avrà il sopravvento se le si accoppierà la no·ncuranza dei pubblici poteri. Le più celebri vestigia romane sono in coindizioni di avanzato deperimento. Se no1 n si correrà ai ripari, il Palatino, i Fori, gli scavi di Ostia vedranno perduta irrimediabilmente e distrutta buona parte della loro co1 nsistenza archeologica. Non è un pericolo spuntato all'improvviso, ma il processo di corrosione e di usura è 01 ra più rapido e allarmante. Gli inverni, rigidi e prolungati, sono i peggiori nemici dei vetusti monumenti: l'acqua si infiltra fra pietre e marmi, e il gelo provoca lesioni, spaccature, crepe. Il Colo•sseo è spesso oggetto di crolli che ne consigliano la chiusura e l'isolamento di alcune zone. Il deperimento del Colosseo, be11ché l'anfiteatro regga co,mplessiva- ,nente assai bene i guasti dei secoli, non è un fenomeno dei no1stri giorni. Tuttavia sembra che non si sia mai riusciti a trovare i soldi sufficienti ad affrontare solidi e definitivi restauri. Si dice che i monumenti, di per se stessi, siano « improduttivi », non siano cioè capaci di garantirsi una decorosa pensione per la loro cadente vecchiaia. Ma Ro,ma è certamente ingenerosa co,n le antichità che -ne accrescono la fama nel mo,ndo. La città trae dal turismo grossi vantaggi concreti, se corrisponde al vero una pungente osservazione di Jarnes Joyce second·o cui Roma è co,me 91 Bibiibtecaginobianco
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