Nord e Sud - anno XVIII - n. 136 - aprile 1971

Argomenti radossale co,ntrasto le energie e le competenze di decine e decine di studiosi qualificati che restano inutilizzate, e che sono spesso costrette a rivolgersi verso altre attività; 3) la mancata disponibilità, da parte delle Soprintendenze, dei più moderni strumenti tecnici di ricerca archeolo-- gica sul terreno, oggi in mano a enti che se ne valgono per proprio conto, quasi in assurda concorrenza con gli organi competenti; 4) la conseguente impossibilità di preparare una ·progettazio,ne sistematica delle ricerche sul terreno e di controllare efficientemente sia i rinvenimenti casuali,· moltiplicati dalla crescente industrializzazione del paese, dalla trasformazione agricola, dal sempre maggiore impulso dato ai lavori pubblici; sia le attività di scavo co·ndotte da enti e da persone spesso con insufficiente qualificazione dal punto di vista scientifico; 5) la necessità di adeguare i mezzi a disposizione d·elle ricerche sul territorio nazionale a quelli disponibili per le missioni di scavo italiane all'estero, per le quali si auspica una più adeguata e completa pro·grammazione; 6) il pregiudizio recato (n·onostante ogni buona volo·ntà e 01 gni sforzo) alla capacità di lavoro di funzionari, avventizi e salariati delle Soprintendenze, dalla drammatica situazione giuridica, sociale e morale in cui essi si trovano; questo 1 pregiudizio è aggravato da una netta sperequazione nei confronti del personale universitario regolarmente retribuito. C'è da scoraggiarsi? No, c'è, piuttosto, da rimboccarsi le maniche perché la situazione cambi e migliori. Ma è logico che se l'archeologo italiano svolge oggi il co,mpito dello storico, non deve necessariamente né partire per lidi scono•sciuti né estendere il già considerevole numero d·egli scavi sul territorio nazionale. È sufficiente che ripercorra il cammino dei suoi precedessori, che riesamini il passato, che vagli le testimonianze già agli atti e catalogate nei musei. Tutto al più potrebbe dedicarsi a un nuo,vo tipo di ricerche che vengono, con sottile umorismo, s:hiamate « scavi di magazzino ». Sottoscala e soffitte di vecchi palazzi, cantine di castelli decaduti: qui, archeologi, troverete pane per i vostri denti. C'è il So,printendente alle antichità della Basilicata, Dinn Adamesteann, un archeologo d'origine rumena, che racconta u,na straordinaria avventura da lui vissuta, così, sul piede di casa a Matera e a Melfi; non_ ·nel sottosuolo, ma semplicemente nei m~gazzini più impensati. E ha riportato alla luce terrecotte mirabili, bronzi finissimi, senza scavare, ma toglien·do solo fango, po1 lvere e ragnatele: ha dimostrato come le a.ntiche popolazio,ni qi quella zona si fossero incrociate con la cultura greca. C'erano leoni, serpenti, cinghiali lavorati in oro e in argento, e non se ne sospettava l'esistenza·; e ancora vasi, candelabri, elmi, scudi: tutta roba di cinque o sei secoli avanti Cristo. 87 Bibliotecaginobianco

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