Nord e Sud - anno XVIII - n. 136 - aprile 1971

Antonio Spinosa cerca devono· mutare la preparazione e .l'educazione ·di chi si dedica allo studio del passato per mezzo1 dei frammenti che il sottosuolo ci restituisce. Ecco perché il professor Ra•nuccio Bianchi Bandinelli, guardando ai giovani, ha fatto queste 01sservazioni: « Nella preparazio·ne delle nuove leve occorre tener presente, innanzitutto, la possibilità di dare ad esse un solido fondan1ento di cognizioni storiche e filologiche, senza le quali le cognizioni tecniche a poco altro servono, se non ad esplicare un deprecabile attivismo. La ricerca archeologica vale in quanto, parte da presuppo·sti che impo,stino in modo chiaro e fondato un pro,blema storico che valga a 01 rientare e a dirigere la ricerca stes.sa e a stabilirne le scelte. Il lato pii1 strettamente tecnico, dello scavo• stratigrafico, della raccolta dei reperti, della loro inventarizzazione, della loro conservazio,ne e dell'eventuale restauro, forma un corred·o di co1 gnizioni pratiche facilm·ente acquisibili anche da chi no·n abbia una preparazione storico-scientifica; ma soltanto chi abbia tale preparazione può guidare il lavo,ro dei tecnici a risultati validi. Perciò anche lo studioso di formazione storica deve avere cognizioni tecniche; ma queste non possono, e non debbono prevalere sulle prime». Ma anzitutto, c'è da chiedersi colme si diventa archeolo·gi e perché; quali s.trad·e si devono seguire; quali ostacoli sorgeranno lungo 1 il cammino. Non è certamente una carriera facile e attraente, a dispetto della forza evocatrice delle pietre antiche, se mancano quasi del tutto le nuove leve, se molto, pochi so,no i diplo·mati _della Scuola nazionale di archeologia, un co,rso, triennale cui si accede dopo la laurea in lettere, e dove si studiano preistoria e protostoria, epigrafia latina, storia dell'arte greca e romana, archeo 1 lo,gia dell'Africa romana, etrusco,lo,gia, topografia antica e romana, numismatica. Si tiene testa faticosamente alla trasfo 1 rmazione di fondo in atto) nell'archeo,logia. Del resto nemmeno le scuole di perfezionamento si sono rinno,vate; mantengono intatta la loro tradizione umanistica senza che ciò significhi pronto adeguamento alle esigenze dell'archeoilogia co·me storia e ricerca storica. L'archeologia italiana, per mettersi al passo con i tempi, dovrà risolvere problemi gravi sul piano della sua organizzazione: questi problemi s01110stati denunciati da un gruppo di giovani ar~heologi già quotati. So110 problemi che riguardano, le disp·o•nibilità finanziarie, il perso,nale e i mezzi tecnici. Si lamenta: 1) la scarsità dei fondi destinati a finanziare l'attività delle Soprintendenze e i molteplici intralci che ne impediscono la libera dispo 1 nibilità da parte degli uffici competenti; 2) l'esiguità del personale scientifico delle Soprintendenze, del tutto inadeguato, a svolgere l'immensa mole di lavoro, p11r necessario alla vita culturale ed eco·no1mica del paese; a questa esiguità fanno pa86 Bibiiotecaginobiaco

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