Argomenti strumenti della tecnologia moderna, è invece necessario mutare di sana pianta il punto di vista dell'indagine e la direzione della ricerca. Una volta l'archeolog,o si serviva della storia per farsi guidare sui luo,ghi più fantasiosi dove la sua avventura artistica avrebbe avuto il premio d'un successo olamoroso; Schliemann subiva l'attrazione della leggenda quando riportava alla luce Troia e Micene; un poeta, Chateaubriand, si lasciava attrarre dal fascino della romanità quando scavava con le p,roprie mani le pendici d'una collina dalla quale scorgeva il Farro d'Augt1sto e il Palatino. Allora la storia era un mezzo, oggi essa è un fine; per questo l'archeologo moderno è soprattutto uno storico. Egli ricerca per dimostrare o per reinterpretare. I reperti archeologici non sono soltanto oggetti da museo, ma po1 rtano un contributo fisico alla storiografia che tende a individuare il flusso delle acculturazioni fra l'uno e l'altro popolo e il corso delle assimilazioni di razze e di costumi. Nel secolo dei voli spaziali, dedicarsi allo studio dell'archeologia con spirito diverso da questo, equivarrebbe a sconfinare nello sterile possesso d'opere d'arte, di cose antiche, di reperti; equivarrebbe a soddisfare i gusti di un George Babbitt qualsiasi, nel ro,manzo di Sinclair Lewis, o quelli di un miliardario evocato da Scott Fitzgerald. Ne derivano due conseguenze: il ripudio d'un'archeologia sradicata; l'ad·ozione del concetto di archeologia globale, responsabile di fro,nte alla società di ciò che si scopre oggi e di ciò che si scoprirà domani. Ed ecco che la funzione di ricerca va di pari passo con quella del metodo di conduzione d'uno scavo e di co,nservazione d'ei reperti e dei luoghi archeologici. « I reperti di scavo - ha detto il professor Cesare Brandi - hanno, i,n genere un interesse più storico che artistico e devono una parte cospicua di questo interesse al fatto di essere stati ritrovati in un certo strato o in co,mpagnia di altri oggetti. Non ci si può quindi basare unica1nente o prevalentemente sul valore artistico del reperto, ma in ogni caso occo,rre partirsi dal suo valore storìco. È pacifico allora che, assai più che scavare, è necessario assicurare l'intangibilità delle zone da scavare per difenderle dagli scavatori clandestini come dagli archeologi arrivisti. In questo senso la dispersione di un materiale, anche di per sé irrilevante, è un impoverimento o una decurtazione arbitraria di un determinato· co1mplesso materiale che storicamente ha valoire nel suo contesto ». L'archeologia co,me fonte storica, e quindi gli archeo,logi co,me storici; ma perché ciò avvenga è necessario mettere insieme esperienze diverse, far conco,rrere allo stes·so· scopo gli strumenti legislativi e l'impiego delle risorse tec11iche e scientifiche, altrimenti si resta anche nel XX secolo al livello della curiositas eru·dita. Pe·r mutare i metodi di ri85 Bibiiotecaginobianco
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