Editoriale lismo cattolico » ed alla « vulgata marxista >> che appannano la visione di politica economica rispettivamente della DC e del PSI e dall'altro nella critica alla « vulgata » del primo programnza quinquennale di sviluppo « che non ha certo contribuito alla chiarezza ed alla lungimiranza dell'azione delle forze politiche che l'hanno sostenuta». Pertanto, se si tratta di « riprendere il cammino », se si tratta di ritrovare la coesione nella coerenza, se si tratta di fare le riforme in modo che incidano in termini di sviluppo civile del paese e che non siano soltanto strumentalizzate ai fini di una autoiden.tificazione delle forze politiche di sinistra in termini di generica socialità, al di qua dei limiti segnati dai residui di « populismo cattolico » o di « vulgata marxista», non dovrebbe essere difficile portare avanti un discorso già avviato di chiarimento sugli impegni e sugli obiettivi di un centrosinistra cui si volesse restituire la fiducia in se stesso e lo slanciai ideale che aveva alle origini. Non dovrebbe essere difficile, questo, in un settore nevralgico dello schieramento di centro-sinistra, come quello alla giuntitra fra repubblicani e sinistre democristiane. L'irLcognita che si deve allora risolvere è se si possono coinvolgere i socialisti in questo discorso: nella misura in cui Mariotti si è contrapposto a Bertoldi, sem.bra cJze maturi qualcosa di interessante anche fra i socialisti; e una sollecitazione, o provocazione, come quella dell'articolo di Pratesi che abbiamo largamente citato, potrebbe valere anche per accelerare questa maturazione. _Maintanto l'autocritica delle sinistre, democristiane e socialiste, per approdare a risultati convincetzti, deve investire la questione dei danni che ha provocato· alla politica di centro-sinistra quella che Matteucci ha chiamato la « sinistra psicologica »: tale, « perché non ha alle spalle un sodo retroterra culturale e, volen.do essere soltanto più incisiva, più avanzata, più puniti~a, è succube ad ogni slogan che venga da sinistra, tanto dal PCI che dai movimenti della contestazione » ( e, potremmo aggiitngere, dai sindacati, onde conzincia a porsi per le sinistre democratiche anche u·n problema di autonomia dai sindacati, più ancora che di autonomia dei sindacati). E innanzitutto, se si vuole itn « coerente impegno nel centro-sinistra », si deve essere coscienti dell'esigenza che tale impegno non sia inquinato, e contraddetto, da quella « dinamica dello scavalcamento » che conferisce alla « sinistra psicologica » un potere contrattuale sproporzionato rispetto al suo reale peso politico, misurato sia in rapporto alle forze parlamentari che sostengono i governi di c-intro-sinistra, sia in rapporto a « quella parte dell'elettorato italiano che ha votato e vota per i partiti di centro-sinistra »; e non si d'eve, d'altra parte, etichettare come « spostato a destra» ogni lodevole sforzo 6 Bibiiotecaginobian.co
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