Argo,nenti quelli della tradizione scritta, letteraria o storiografica. Le scoperte archeologiche, anzi, dicono cose nuove sulla presenza e sul'l'irradiazione di Cartagine nel bacino n1editerraneo, e s-u come questa città libica costituisse un serio ostacolo all'espansione di Roma. I romani lottarono a lungo per scalzarne la potenza commerciale e per strapparle il controllo delle rotte maritti1ne. Alla luce delle ultime ricercl1e, l'idea fissa di Catone che voleva assolutamente la distruzio11e di Cartagine appare anco1 r più drammatica. Come racconta Plutarco, un giorno, Catone, al termine d'un sL10 discorso in Senato, rovesciando indietro la toga gettò in mezzo all'assemblea alcuni fichi d'india ancora freschi. Provenivano da Cartagine. Un « oh » di stupore si levò dagli scanni, mentre Cato11e aggiL1ngeva: « il paese cl1e li produce è à tre giorni di navigazione da Roma. E io sono del parere cl1e Cartagine debba sparire ». La competizione tra Ro1na e Cartagine dovette essere molto dura e densa di pericoli se l'influenza delle popolazioni puniche si era spinta addirittura, alcuni secoli prima, fino in Etruria. Con1e? Cartagine aveva esteso i suoi tentaco 1 li a così breve dista11za ·da Roma? L'archeologja risponde di sì e avvalora le rare tracce e i sospetti che la storia aveva tramandato, su una profonda penetrazione punica. Tre lamine d'oro - il frutto di nuove ricerche e fortu11atissi•me - hanno offerto di ciò una inconfutabile prova, tre preziose e splendide lamine etruscl1e rinve11ute a Pyrgi nelle vicinanze di Santa Severa. È stata una grande scoperta, una delle più rilevanti degli ultimi cento an11i. Poiché una delle tre lamine reca iscrizioni in caratteri punici, appare evidente l'influenza cartaginese in quelle terre: L1na influenza che risale al 500 avanti Cristo, come denunciano le scritte delle piastrine d'oro. C'è da chiedersi se l'archeologia è stata sempre adoperata come u110 strumento d'interpretazione storica e quale è la sua funzione nella società contemporanea. Per secoli si è scavato con irrequietezza, senza or-- dine, alla ricerca dell'opera d'arte, per il gusto di possedere una testimo,nianza antica. Accanto agli an1atori disinteressati c'erano anche gli avventurieri, i falsificatori, i violatori clandestini: e ci sono tuttora, guidati da chi tiene i fili d'un imn1enso comn1ercio interno. e internazionale che ha i suoi centri più prosperi in Svizzera e in Inghilterra. Nella migliore delle ipotesi il reperto archeo,logico era come una suggestiva illustrazione d'un fatto storico accertato, .e ciò che non riguardava il grande avvenimento, ciò che non era considerato degno d'attenzione artistica o non rientrava nel « collezionismo » di sapore rinascimentale veniva mano1nesso, distrutto, restituito alla terra. Gli studio,si di archeologia seguivano l'istinto e all'orizzonte si stagliavano le figure solitarie 73 Bibl"iotecaignobianco
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